FERRONE (GREVE IN CHIANTI-IMPRUNETA) – Oggi vi portiamo al Ferrone, in via Staffolani e cerchiamo di raggiungere un complesso di abitazioni, denominato “Il Casalone”.
Per arrivarci troviamo la strada principale sbarrata da alcune transenne. Seguendo una stradina che si addentra nel bosco riusciamo, grazie ad un mezzo un po’ rialzato, a raggiungere le quattro famiglie che vi abitano.
Troviamo tutti i residenti, Luca Carbonaro, Roberta Alderighi, Maitè Beltran, Valentina Ditommaso, Jacopo Lenzi e Leonardo Magini, che ci aspettano su quella che era la strada di accesso.
Guardando oltre le transenne, si vede sulla sinistra una lottizzazione abbandonata, circa 10 metri piĂą in basso rispetto alle loro abitazioni.
E la strada che costeggia questa lottizzazione, che era la loro strada di accesso alle case, completamente franata ed assolutamente non percorribile, neanche a piedi.
“Ormai sono 9 anni che combattiamo con questa frana, e per cercare una soluzione che ci permetta di arrivare a casa senza paura o senza dover fare cross nel bosco” con queste parole comincia il loro racconto.
“Questa frana – proseguono – interessa anche tutti i nostri sottoservizi, che sono attualmente esposti, e ci mantiene in uno stato di costante apprensione, dato che l’eventuale cedimento delle tubature degli scarichi comporterebbe la revoca dell’abitabilitĂ per tutte le nostre case”.
“Non vogliamo in questa sede ripercorrere tutte le vicissitudini che abbiamo passato – spiegano ancora B basti sapere che giĂ una volta, di tasca nostra, abbiamo fatto un intervento di stabilizzazione della strada, con un esborso importante, quando certo non è nostra la colpa della frana. E non è neanche un caso sfortunato”.
“Nel 2020 purtroppo è nuovamente franato tutto – prosegue il racconto – con il supporto dell’amministrazione comunale di Greve in Chianti abbiamo potuto attivare e rendere carrabile una stradina che passa nel bosco e cercato una soluzione con tutti i soggetti in causa”.
“La condizione attuale però – puntualizzano – non può essere definitiva, proprio perchĂ© tutti i nostri sottoservizi, al momento sono esposti sulla frana. Assicurati a degli alberi con delle funi”.
“Siamo nuovamente disposti a reinvestire ulteriore denaro per l’unica altra soluzione che abbiamo trovato – specificano – ma non riusciamo a comunicare con le parti in causa. La situazione è complessa, ne siamo consapevoli, ma chiediamo all’amministrazione comunale di aiutarci a trovare una soluzione in tempi brevi”.
“Nell’indifferenza burocratica – concludono – abbiamo raggiunto le nostre case a piedi per circa 4 anni, speso soldi per rimediare ad errori di altri, fatto traslochi a spalla. E ora che è arrivato anche un neonato, non vogliamo essere costretti ad abbandonare le nostre case”.
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