GREVE IN CHIANTI – Sono giorni pesanti, pesantissimi a Greve in Chianti (ma, purtroppo, non solo qui) per quanto riguarda la presenza di ladri. Ormai sono quotidiane le segnalazioni, le denunce. Così come la paura, il timore, la rabbia.
Diamo conto, nello specifico, di due casi. Uno è avvenuto ieri, lunedì 10 novembre. L’altro oggi, martedì 11.
L’orario è sempre lo stesso, tardo pomeriggio. Già buio, con i topi d’appartamento che cercano di entrare in case senza, in quel momento, nessuno.
Partiamo da ieri. Zona casa del popolo di Greve in Chianti. Fra piazza della Resistenza e la strada che inizia a uscire dal paese in direzione Sugame-Figline.
“Nel mio caso – ci riferisce la proprietaria – penso che mi abbiano tenuta d’occhio, perché regolarmente esco dalla mia abitazione alle 18, per andare a cena dal mio compagno”.
“Ho dietro casa una bella via di fuga – prosegue – un campo. Penso che siano entrati da dietro e, dopo aver devastato casa, con tutti i mobili aperti e il loro contenuto in terra, hanno preso tutto”.
“Gioielli – racconta – borse, vestiti, anche un bellissimo foulard di Hermes. Hanno scovato la cassaforte in una camera, e hanno iniziato a tirare colpi fortissimi nel muro, facendoci un buco”.
“A questo punto – ci dice ancora la donna – i vicini si sono accorti di quanto stava accadendo, e hanno iniziato a urlare. Sono stati pure offesi dai ladri, che vistisi scoperti hanno preso la via dei campi”.
“Sono devastata – conclude – non per il valore delle cose, ma perché rubano i ricordi di una vita”.
Arriviamo a oggi, martedì 11 novembre. In redazione giungono un paio di segnalazioni: la prima su un furto, probabilmente andato a segno, nella zona di via Allende.
L’altra su un tentativo di effrazione, andato a vuoto grazie all’intervento di un residente, nella zona di Sant’Anna, lungo viale Da Verrazzano. Insomma, pieno centro del capoluogo.
E’ Massimiliano a raccontarci come è andata: “Stavo mostrando l’appartamento di mia mamma, che sto ristrutturando, a un signore. Mi sono affacciato sul retro, è una zona abbastanza buia, dove c’è una sorta di corte”.
“Ho visto due figure – prosegue – uno saliva su un albero e uno era a terra. Ma voi cosa state facendo, ho urlato. Hanno iniziato a correre e io, istintivamente, li ho rincorsi. Ero già allarmato per i furti che si stanno verificando a Greve, un po’ sul… chi vive insomma”.
“Urlavo loro di andare via – continua nel suo racconto – mentre gli stavo dietro ed ero ormai quasi a un metro. Stai calmo, stai calmo mi diceva uno di loro, con un accento dell’est Europa: sui trent’anni entrambi, con giubbotti e cappellini neri”.
“Quando hanno scavalcato il cancello e sono fuggiti – riprende, con la voce ancora rauca per le urla – ho iniziato a gridare: ci sono i ladri, ci sono i ladri. Si sono affacciati tutti, qualcuno è arrivato per vedere cosa succedeva, mentre io chiamavo i carabinieri e i due si dileguavano verso la zona dell’Rsa Rosa Libri”.
“La voce intanto si è sparsa – conclude – Sono arrivate alcune persone, abbiamo fatto anche qualche giro in zona per vedere se li trovavamo. Ovviamente senza alcun risultato: non sono entrati da nessuno perché li ho visti e inseguiti. Ma non si può più vivere così: alla fine, purtroppo, accadrà qualcosa di veramente grave”.
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