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giovedì 25 Aprile 2024
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    Rissa fra 5 giovani albanesi ospiti al Ferrone e 2 grevigiani: caos sull’autobus

    I 5 hanno raggiunto la frazione a piedi. Ad aspettarli anche i genitori degli altri. Intervento dei carabinieri

    FERRONE (GREVE IN CHIANTI) – Una domenica sera movimentata quella che si è vissuta ieri, 29 ottobre, fra autobus e casa del Ferrone dove sono ospitati alcuni minorenni albanesi nell'ambito del progetto Sprint (seguiti dalla cooperativa Il Cenacolo).

     

    Una serata che poteva concludersi anche peggio, vista la rissa scoppiata a bordo di un pullman di Busitalia fra cinque di questi ragazzi (tutti minorenni) e due grevigiani (maggiorenni). I cinque sono scappati e, all'arrivo al Ferrone a piedi, hanno trovato anche chi (i genitori dei grevigiani) aveva anche qualche idea di farsi giustizia da solo.

     

    Solo il pronto intervento dei carabinieri ha scongiurato che la situazione potesse degenerare oltre. Adesso, probabilmente, tutti e sette si prenderanno una denuncia.

     

    Simone Verniani, capogruppo Lega Nord in consiglio comunale, racconta la sua versione su quello che è accaduto, essendosi anche recato sul posto ieri sera. Facendo pure una riflessione, molto critica, proprio sul progetto Sprint.

     

    "Intorno alle 20.15-20.30 – inizia Verniani – sulla Sita che fa il tragitto Firenze-Grassina-Strada in Chianti-Ferrone-Greve in Chianti-Panzano, e poco dopo, davanti alla relativa struttura di accoglienza, si è  assistito al totale fallimento del progetto Sprint per l'accoglienza dei minori albanesi non accompagnati, nella frazione del Ferrone".

     

    "Informato della cosa dagli abitanti – prosegue – ho cercato di contattare sia il sindaco, sia il vicesindaco, sia l'assessore che aveva appoggiato tale progetto (senza risposta da quest'ultima). E, dato che il sindaco era fuori sede, sono riuscito a far intervenire il vicesindaco Stefano Romiti, arrivato poco dopo di me sul posto, dove ero andato a sincerarmi della situazione di persona".

     

    Fa la sua ricostruzione dei fatti, messa insieme "dai primi resoconti dell'autista, dei genitori e fratelli dei ragazzi coinvolti, e delle persone del Ferrone".

     

     

     

    "Sull'autobus – dice Verniani – poco prima della Martellina, un diciottenne e un ventunenne, residenti al Passo dei Pecorai e al Ferrone, che erano seduti nelle penultime file e stavano ascoltando musica con gli auricolari, sono stati importunati una prima volta e poi schiaffeggiati per ben tre volte da coloro che stavano in ultima fila, prima di reagire e cercare di difendersi dalla rissa. Che è poi scoppiata sul pullman a suon di pugni e spintoni".

     

    "Un atto violento – prosegue – due soli contro almeno cinque degli undici albanesi minorenni che dovevano scendere al Ferrone. Il conducente, allarmato, fermatosi appena la strada lo consentiva, si è rivolto indietro, ha detto di finirla, ma è stato a sua volta minacciato. A questo punto ha aperto le porte e si è avvicinato ai ragazzi, che nel frattempo avevano strattonato pure una ragazza e ridotto in lacrime una bambina presente con la madre, per intervenire. Ma gli aggressori sono fuggiti, scendendo dalle porte, dileguandosi lungo la strada che li avrebbe portati verso il Ferrone a piedi".

     

    "L'autista – dice ancora Verniani – ha rincuorato come poteva la bambina, sentito le esigenze dei due giovani coinvolti ed è poi ripartito nella corsa verso Panzano, avvertendo nel frattempo dell'accaduto i carabinieri. I ragazzi malmenati hanno chiamato i genitori e hanno spiegato quanto era successo: questi ultimi si sono precipitati davanti alla struttura al Ferrone, per chiedere spiegazioni all'educatore presente. Che non ne sapeva nulla".

     

     

     

    Nel frattempo al Ferrone è arrivata la volante dei carabinieri, poco prima che i ragazzi appiedati arrivassero da Strada. Per fortuna erano presenti i militari dell'Arma, visto qualcuno era arrivato anche con l'idea di farsi giustizia da solo.

     

    Tutti sono stati portati in ospedale. Dai primi riscontri non sembra che siano incappati in conseguenze fisiche gravi.

     

    "I residenti – rimarca Verniani – hanno fatto sentire la loro voce al vicesindaco, ribadendo che questo non è assolutamente il sistema di integrarsi, e che vanno prese immediate misure per allontanare tali giovani. Che, col loro atto, come da regolamento hanno perso il diritto di partecipare al progetto Sprint".

     

    "Come rappresentante della Lega Nord – sottolinea ancora – ero sempre stato alle varie riunioni indette appositamente, molto scettico sulle scelte dell'amministrtazione, puntando sempre il dito sul controllo dei ragazzi, il rispetto delle regole e delle leggi!. A detta dei residenti, dall'arrivo dei minori nesssuno dal Comune si è mai più affacciato in questa frazione, a controllare, a vedere, a sentire, a fare quello che aveva promesso".

     

    "Questa vicenda – annuncia in conclusione – arriverà immediatamente sui tavoli del consiglio comunale, perché quando qualcuno chiede ospitalità, gli viene concessa, insieme a tutte quante le altre agevolazioni del caso (scuola, libri, autobus, vitto, alloggio, vestiti, Wi-Fi e ricariche telefoniche) e poi si comporta da delinquente e bullo strafottente, minacciando persino un padre sessantenne davanti ai carabinieri, dimostra che questa ospitalità non gli spetta".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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