Si scrive contrasto all’antisemitismo, si legge repressione dell’antisionismo.
Nel nostro paese è in atto una campagna che, dietro il paravento del contrasto dell’antisemitismo, mira a colpire il sostegno alla causa palestinese e ad orientare la ricerca e l’insegnamento in funzione filo israeliana.
Il disegno di legge 1772, primo firmatario il senatore Graziano Delrio (PD), e il ddl 1627 primo firmatario il senatore Gasparri (FI) e le diverse mozioni che stanno iniziando ad essere proposte in vari consigli comunali ispirate da tali disegni di legge, puntano a rendere difficile esprimersi pubblicamente sulla questione israelo-palestinese e limitare non solo il dibattito pubblico ma anche l’insegnamento e la ricerca su questa parte importante della storia del novecento e del nuovo millennio in cui viviamo.
Questi disegni di legge e queste mozioni trasformano colpevolmente il contrasto all’antisemitismo in una difesa acritica del sionismo e, per estensione, della politica dello Stato di Israele.
I disegni di legge in questione introducono sanzioni amministrative e disciplinari molto pesanti nei confronti di chi manifesta critiche nei confronti delle azioni dello stato israeliano, definendo arbitrariamente che cosa in concreto possa essere ricondotto al delitto di antisemitismo, dunque anche l’antisionismo, la critica o il boicottaggio di Israele.
Entrambi i disegni di legge vanno immediatamente ritirati, perché l’antisemitismo deve essere perseguito, come ogni altra espressione a fondo razzista, e va contemporaneamente rilanciata la critica all’ideologia sionista e soprattutto ai crimini perpetrati dallo Stato di Israele, come riconosciuto dalla comunità internazionale che ha condannato il primo ministro Netaniahu ed il ministro Gallant per crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
Il nostro è un esercizio di libertà intellettuale che non deve essere limitato.
Da parte nostra ci impegneremo per contrastare simili proposte anche nel nostro territorio, sperando di trovare la maggioranza locale sulla stessa lunghezza d’onda, perché la critica e la disobbedienza civile sono il sale di una comunità democratica.
E soprattutto, non possiamo accettare che la solidarietà nei confronti delle vittime venga perseguita da chi ha scelto di schierarsi dalla parte dei carnefici.
Associazione Il Muro e la Crepa
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