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martedì 3 Giugno 2025
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    San Casciano: la prima Messa celebrata da don Marco Tognaccini, sacerdote di 27 anni

    Grandi emozioni in Propositura. A San Casciano adesso c'è uno dei tre preti più giovani della Diocesi. E il più anziano di tutti, don Renzo Polidori (101 anni)

    SAN CASCIANO – La Propositura Collegiata di San Cassiano domenica 1 maggio si è illuminata a festa.

    Per la celebrazione della prima Santa Messa di don Marco Tognaccini, un giovane sacerdote di Firenze, nato nel 1995.

    Che domenica 24 aprile insieme ad altri due seminaristi, don Stefano Urbani e don Alvaro Yobaly Flores Dinante, ha ricevuto l’ordinazione presbiterale nelle mani del cardinale Giuseppe Betori, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze.

    Nelle prime panche, in mezzo ai bambini del catechismo e ai giovani che la prossima domenica riceveranno il sacramento della Cresima, c’erano i genitori di don Marco, il fratello e la cognata, oltre a parenti, amici.

    Insieme a lui anche tutta la comunità di San Casciano, alla presenza anche di Elisabetta Masti, vicesindaca.

    “In questa celebrazione solenne di questa terza domenica di Pasqua – ha detto il proposto don Massimiliano Gori, all’inizio della Santa Messa – do il benvenuto alla famiglia di don Marco. E’ grazie a loro se lui oggi celebra la prima Messa, non solo perché gli hanno donato la vita ma perché l’hanno aiutato a crescere nella fede”.

    “E insieme come comunità – ha proseguito – ringraziamo Dio per questo grande dono. Continuiamo nella nostra parrocchia ad avere uno dei tre sacerdoti più giovani (don Marco appunto) e il sacerdote più anziano, don Renzo Polidori, di 101 anni”.

    Così don Marco insieme a don Massimiliano, don Francesco, padre Renato dei cappuccini di San Casciano, don Davide, due diaconi, i chierichetti e due cori, quello della Propositura e quello di Decimo, ha iniziato la celebrazione.

    Non ha nascosto la grande emozione l’omelia pronunciata davanti al popolo, in una Propositura che aveva tutti gli occhi su di lui.

    “Sono stato contento di quello sguardo che mi è stato dato – ha detto il giovane sacerdote – E’ lo sguardo di Giovanni, è uno sguardo che sa riconoscere dove Gesù è e dove Gesù ci chiama. Io auguro davvero a voi tutti di poterlo sperimentare”.

    “Il donarsi reciprocamente con tutto il cuore non è una cosa accessoria – ha proseguito – donarsi tutti con il cuore in mano all’altro è difficile, però ti fa sentire che la presenza di Dio è una realtà che non ti lascia mai”.

    “Mi accorgo sempre di più – sono state ancora le sue parole – in questi giorni, che tutte le volte che arrivo alla consacrazione un pochino mi tremano le mani (si commuove, n.d.r.) e un pochino ho paura. Fino a ieri non lo facevo, per ventisei anni non l’ho fatto, per tanti anni l’ho desiderato, ora che è realtà è… tanta roba”.

    “Spero davvero – ha augurato ai fedeli – che voi possiate fare, a vostro modo e ognuno come può, esperienza di questa presenza reale di Gesù in mezzo a noi. Affido tutti voi a Lui, con le vostre intenzioni sull’altare, affido tutti i malati, tutti quelli che mi hanno sostenuto in quest’ultimo tratto di cammino, tra questi il mio compagno di seminario Davide che riceverà l’ordinazione presbiterale a giugno, e tutti i sacerdoti”.

    Prima della solenne benedizione, don Marco ha voluto nuovamente ringraziare tutti, in particolare don Massimiliano e don Francesco: “In loro non ho trovato soltanto dei preti, ma proprio dei fratelli”.

    Tanti gli applausi che hanno risuonato per don Marco, con in sottofondo la musica dell’organo. E tanti tanti commossi abbracci gli sono stati donati appena fuori dalla sacrestia. 

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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