Sono rimasto perplesso, quasi basito, quando la sera del 31 marzo ho iniziato a veder comparire annunci, siti web con apertura di prenotazioni (esaurite in poche decine di minuti), con la possibilità di fare privatamente il test sierologico del sangue per individuare tracce del passaggio (o della presenza) di Coronavirus.
Il tutto senza alcun contatto (o almeno non veniva palesato in alcun modo) con il Servizio Sanitario Nazionale, con l’Ausl, con la Regione Toscana, in un momento in cui tutti dovremmo remare nella stessa direzione.
Ma come è possibile, mi sono chiesto, che si faccia privatamente un test sierologico senza alcun legame diretto con il pubblico? Peraltro un test del genere, sul quale il dibattito sull’attendibilità (a partire dall’Istituto Superiore di Sanità) è aperto e continuo.
Anche perché, in caso di indicazioni di positività (che può essere di due tipi in base alla rilevazioni di certi anticorpi, ovvero su positività in corso o sul passaggio dell’infezione) il passo successivo della persona che si è sottoposta al test sarà quello di tempestare il SSN per fare il tampone. Inevitabilmente.
Del resto è la procedura attuata, proprio con i test sierologici, dalla Regione Toscana, che è partita da qualche giorno dalle categorie a rischio. Medici, infermieri, operatori sanitari in primis. Ovvero test sierologico e, in caso di indicazioni di positività, tampone a seguire.
Ma in questo caso, senza raccordo fra privato e pubblico, si creeranno schiere di persone che, responso alla mano, in caso di positività inizieranno a tempestare medici di famiglia e chissà cosa altro potranno fare.
Leggo quindi con molto piacere l’uscita pubblica di Antonio Mazzeo, consigliere regionale (pisano) del Partito democratico.
“Ci stanno arrivando – scrive Mazzeo – numerose segnalazioni di privati che, a pagamento, stanno offrendo la possibilità di fare tamponi per verificare il contagio da Coronavirus. In questo momento lo trovo davvero inaccettabile e non mi interessa che dicano di girare poi una parte di quei soldi alla Croce Rossa o altro”.
“In questo momento – rimarca Mazzeo – tutti i tamponi e i laboratori disponibili devono essere a disposizione del Sistema Sanitario pubblico e se i privati vogliono dare una mano devono farlo in convenzione per ampliare il più possibile la capacità di analisi e aiutarci prima di tuttto a completare i controlli su tutti gli operatori della sanità”.
“Su questo – conclude – non vogliamo e non possiamo transigere e insieme al presidente Rossi prenderemo ogni provvedimento necessario perché tutti diano una mano al sistema sanitario regionale e non si pensi che possano esserci cittadini di serie A e di serie B”.
Mazzeo parla di “tamponi” (che starebbero per partire a Prato al costo di 102 euro); in questi giorni abbiamo visto test sierologici messi sul mercato a 25/30 euro.
Quale che sia il test proposto dal privato, in una fase e in un’emergenza sanitaria come questa, tutto deve svolgersi in accordo con il pubblico.
Anche perché poi, in ogni caso, sarà il pubblico il collo di bottiglia finale: sia come diagnostica ufficiale, sia come eventuale presa in carico del paziente, tracciamento dei contatti, isolamento… .
E senza accordi e raccordi chissà cosa potreebbe succedere.
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