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sabato 27 Aprile 2024
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    Le scommesse dei calciatori? Ma vi siete mai soffermati in un bar con slot machine e Gratta e Vinci?

    Osservate bene la quantità di soldi di persone normali che confluisce nelle bocche delle slot o nei "grattini". E', semplicemente, ogni giorno, impressionante

    Premessa: ci sono delle regole specifiche, che riguardano le possibilità (in merito alle scommesse sportive) per i professionisti del calcio.

    Le cronache di questi giorni sono strapiene di articoli e approfondimenti al riguardo, e non è questo il luogo per parlarne.

    Due parole però mi sento di esprimerle su alcune sfaccettature più “locali” della questione.

    Primo, la “scoperta” che le persone possono essere intaccate, talvolta “corrose”, dalla ludopatia. Perfino chi guadagna milioni di euro all’anno.

    Ora, pensare che nell’universo dei calciatori la compulsività nello scommettere o nel giocare d’azzardo, non esistesse beh… fa sorridere.

    Mi ripeto, non è questo il luogo per parlarne. Ma se pensate che possano essere solo quei tre che per ora sono venuti fuori, diciamo che siete molto, molto, molto ottimisti.

    Se poi chi scommetteva riusciva in qualche modo ad alterare l’andamento delle partite (anche in modo banale, come battendo un fallo laterale o prendendo un cartellino giallo) per favorire le proprie scommesse, quello sarà un altro capitolo ancora.

    Visto che con il suo comportamento andrebbe anche a incidere sugli altri scommettitori, e non solo su se stesso. 

    Mi vorrei invece concentrare sui problemi concreti, reali, della nostra vita quotidiana.

    Partendo da una domanda: vi siete mai soffermati, anche solo per pochi minuti, ad osservare quel che accade nei locali, nei bar, nelle tabaccherie, dove si trovano le slot machine? Dove si possono acquistare i Gratta e Vinci?

    Non parlo delle sale scommesse, che ormai l’on-line ha ridotto drasticamente, dando agli scommettitori un canale oltremodo terribile, più comodo, h24 e sempre disponibile.

    Spesso (tornando ai luoghi “fisici”) è una situazione che ormai fa parte della nostra quotidianità, e non vi facciamo più caso.

    Invece osservate bene. La quantità di soldi di persone normali che confluisce nelle bocche delle slot o nei “grattini” come vengono spesso chiamati. E’, semplicemente, impressionante.

    Anche ieri stavo prendendo un caffè in un bar. Fra l’ordinazione, la consumazione e il pagamento, ho visto andare via dalle tasche, in meno di un minuto, almeno 60-70 euro per acquistare Gratta e Vinci. Con grande semplicità: “Me ne dà due da dieci, due da venti…”.

    Persone che guadagnano magari mille euro al mese, pensionati. Famiglie divorate da un demone legale, che contribuisce al bilancio dello Stato. Giorno dopo giorno.

    Senza riuscire a mettere in fila un semplice concetto: se si scommette, si gioca, con continuità, si perderà sempre. E’ pura e semplice matematica. Il banco vince sempre. 

    Ecco, al di là dei calciatori, vorrei che si parlasse molto più spesso di quella ludopatia lì (che ormai, anche dal punto di vista del servizio sanitario nazionale, è considerata alla stregua della altre dipendenze).

    Non per fare i “benaltristi”, ma perché è quella che ci tocca da vicino. Che ci racconta quanto, ogni giorno, un baratro infido (quanto disponibile e legale) sia a pochi centimetri da noi.

    Ah, post scriptum: dal 10 novembre 2012, primo giorno di pubblicazioni del Gazzettino del Chianti, non abbiamo mai accolto una riga di pubblicità (nonostante le continue richieste) su poker online, scommesse sportive, gioco d’azzardo… .

    Rinunciando, consapevolmente, a migliaia e migliaia di euro “facili”. Questo tipo di pubblicità dovrebbe essere, a mio modo di vedere, equiparata a quella di tabacco e alcol. Che, almeno, hanno regole molto, molto stringenti.

    Perché fa amaramente sorridere anche vedere, come ieri sera, la partita della nazionale italiana di calcio, intervallata dalle pubblicità dei portali di scommesse sportive… .

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA 

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