Lo stupore con il quale tutto il Partito democratico ripolese, metropolitano e toscano, ha letto la lettera di addio al Pd postata dal sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini nel pomeriggio di ieri, venerdì 11 novembre, la dice lunga sulla “tattica” con la quale lo stesso Casini è arrivato alla comunicazione della sua decisione.
Un petardo lanciato in chiesa. Un contropiede a difesa sguarnita. Modalità sulle quali ha, sicuramente, riflettuto lungamente.
E così, dal pomeriggio in poi, telefoni e chat roventi nel mondo-Pd: a livello chiantigiano, metropolitano, toscano e oltre.
Chianti dove gli stessi colleghi di Casini, da Greve in Chianti a Impruneta, da San Casciano a Barberino Tavarnelle, sono rimasti a bocca aperta.
Con reazioni dei sindaci (a microfoni spenti) con sfumature diverse.
Si va da “Adesso speriamo che il consiglio comunale lo sfiduci”, a “non c’erano state comunicazioni di alcun tipo, forse un po’ di insofferenza e di distacco negli ultimi tempi”.
Francesco Casini choc: il sindaco di Bagno a Ripoli lascia il Pd e “abbraccia” Renzi e Calenda
Da ambienti vicini a Casini si fa sapere che ci sarebbe stato chi sapeva.
E che, adesso, ci potrebbe essere una lista di persone che segue il sindaco nel suo nuovo approdo: “Altri mi seguiranno”, questa la… profezia.
Intanto nella serata di ieri lo stesso Casini era riunito in palazzo comunale con la giunta, il segretario comunale del Pd, il capogruppo del Partito democratico. Con i cocci sul tavolo e il futuro da scrivere.
Ma perché Casini che, lo ricordiamo, viene dal mondo-Margherita, ha preso questa decisione?
Qui si va, ovviamente, nel puro campo delle ipotesi. Saranno le prossime settimane, i prossimi mesi, a delineare un quadro più chiaro.
Sicuramente c’è la sconfitta elettorale del Partito democratico alle elezioni politiche che pesa tantissimo. Quello che è accaduto e, soprattutto, quello che accadrà nel partito. Chi comanderà. Chi avrà un futuro e chi no.
Con le elezioni politiche (ed eventuali velleità romane) già ampiamente passate, le regionali che dovrebbero vedere di nuovo candidato di area (al consiglio) l’uscente Massimiliano Pescini, e con la scadenza del secondo mandato (fra un anno e mezzo), Casini ha iniziato a guardare al futuro.
E probabilmente ha capito che rimanendo in “quota Pd” sarebbe stato difficile anche aggiudicarsi un posto, tanto per fare un esempio, nella futura giunta del Comune di Firenze.
Su questo non avrebbe avuto alcuna garanzia dal “suo” sindaco metropolitano (ricordiamo che Casin i è anche consigliere delegato in Città Metropolitana, oltre che presidente della Società della Salute fiorentina sud est) Dario Nardella che, si sussurra nei corridoi, “gli ha voltato le spalle”.
Cosa che, invece, se Pd e IV-terzo polo faranno accordo, potrebbe essere più agevole arrivando dal lato renziano. O, addirittura, vista l’importanza della mossa fatta, candidarsi a sindaco della città del Giglio.
Stiamo facendo, ovviamente, pure ipotesi a caldo. Così come c’è da chiedersi cosa accadrà adesso a livello ripolese (e metropolitano).
La sfiducia del consiglio comunale (ieri assessori e consiglieri hanno sottoscritto la durissima presa di posizione del partito) a 18 mesi dalla fine del mandato sembra remota.
La reazione del Pd all’addio del sindaco Casini: “Appreso dal suo post su Facebook”
Se arrivasse subito potrebbe portare a commissario prima ed elezioni anticipate, nel 2023 (insieme a Campi Bisenzio, Impruneta).
Ma come si potrà andare avanti insieme dopo uno schiaffo del genere, che ha più le sembianze di un cazzotto sul mento? Anche in giunta non sapevano niente: assessori che hanno lavorato per anni al fianco di Casini, spiazzati da un post su Facebook.
Un cazzotto reso ancor più sferzante da un altro post, quello di ieri sera dell’ex segretario Pd, attuale segretario di Italia Viva, Matteo Renzi.
Che ha accolto a braccia aperte Casini: “Chi lo conosce come sindaco – ha scritto Renzi – sa che è un fuoriclasse”.
Insomma, un segnale inequivocabile dell’importanza della figura che ha preso questa decisione.
Da ricordare infine, che Francesco Casini prima di diventare sindaco è stato dipendente del Partito democratico toscano (in questi anni era in aspettativa): ieri ha inviato la sua lettera di dimissioni.
Matteo Renzi dà il benvenuto a Francesco Casini: “Italia Viva è casa tua”
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