Premessa. Non ho risposte. Ho solo domande. Molte.
E con queste poche righe vorrei stimolare chi sta vivendo una fase di ricerca del lavoro, o di ricerca di lavoratori, nel nostro territorio chiantigiano, a raccontarci la sua storia.
Lo potrà fare, se vuole, pubblicamente. Sulle pagine del giornale.
Oppure privatamente, a titolo puramente informativo (nostro). Per farci un’idea più centrata, accurata, concreta, di quanto sta accadendo anche nel nostro Chianti.
Quindi state cercando lavoro? Avete fatto colloqui?
Raccontateci come è andata. Cosa vi è stato proposto. Se avete accettato (e perché). Se avete rifiutato (e perché). Se proprio non trovate (e cosa cercate).
Oppure siete imprenditori, ristoratori, commercianti, artigiani, e state cercando lavoratori? Diteci costa state proponendo. E cosa state “raccogliendo”.
Perché una cosa, una almeno, è sicura. In questi anni di Covid e in questi mesi post Covid qualcosa sta accadendo.
Qualcosa di profondo, generazionale. Epocale mi verrebbe di dire.
Personalmente non passa giorno, settimana, in cui non mi imbatta in aziende, imprenditori, persone che conosco da tempo, sulle cui proposte (serietà, rispetto di contratti e regole) potrei mettere la mano sul fuoco, che sono a metà fra il disperato e lo sfiduciato. Alla ricerca di qualcuno che non c’è.
In tantissimi settori. Ristorazione, certo, il settore di cui si parla e si sente parlare spesso (in ogni posizione, in ogni “angolo”).
Ma non solo: piccoli artigiani, metalmeccanica, falegnameria. In una sequenza che mi lascia spesso a bocca aperta.
Qualcosa sta accadendo. E nel grande rumore di fondo creato da storie rilanciate sui social, uscite pubbliche discutibili, equivoci, redditi di cittadinanza “colpevoli”, redditi di cittadinanza “menomalechecisono”, “imparate a pagare”, tendenze a dirla sempre più grossa di quello che l’ha detta prima, la confusione regna sovrana.
Non aiutano, e parlo per quanto mi compete a livello territoriale, associazioni di categoria che proprio in questo momento storico dovrebbero riuscire a fornirci (e a fornire in primis ai loro associati e alle categorie produttive) fotografie istantanee il più accurate possibili.
Che invece o non vengono scattate, o rimangono (a mio modesto modo di vedere) molto sfuocate.
Qui parliamo di lavoro. Che è una parola sacra. Totale. Un concetto profondo, fondante di ogni persona, individuo, famiglia, gruppo sociale, comunità.
Mi rivolgo quindi a voi. A voi che cercate lavoro. A voi che cercate lavoratori.
Raccontateci il momento che state vivendo. Affinché, tutti insieme, possiamo (magari) vedere di capirci qualcosa in più.
Mi trovate alla mail m.pucci@gazzettinodelchianti.it.
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