90, 100, 110, 120, 130, 140 km/h. Li segna il tachimetro inquadrato nel video che mi ha girato un nostro lettore nei giorni scorsi.
La ripresa è fatta dalla camera sul casco di un motociclista. La strada è, molto probabilmente, quella che da Quercegrossa porta a Castellina in Chianti.
Il video gira su Whatsapp da qualche settimana. Non lo abbiamo pubblicato poiché non siamo riusciti a risalire in modo netto alla fonte. Ma la strada è abbastanza riconoscibile.
E, comunque, non serve un video per evidenziare quella che ormai è una realtà conclamata.
Ci sono strade (penso alla SR222, alla SR429, ma potrei elencarne altre) che nel territorio fra Chianti fiorentino e senese (e non solo ovviamente, pensiamo allo scontro mortale dei giorni scorsi fra due motociclisti al Passo della Futa) sono diventate veri e propri “motodromi”.
E lo scrivo nero su bianco, per non essere frainteso: non tutti i motociclisti, ovviamente, infrangono le regole e creano pericoli seri, per loro stessi e per gli altri.
Così come non lo fanno tutti gli automobilisti (ma alcuni sì), i camionisti (ma alcuni sì), i ciclisti (ma alcuni sì). E i pedoni anche (alcuni sì).
Ma gli incidenti che si susseguono (fra feriti e morti, anche negli ultimi mesi) sono lì a dimostrarlo: ci sono strade, nel nostro territorio, che soprattutto nei week end e nei giorni festivi, sono diventate davvero pericolose dal punto di vista del traffico motociclistico.
Lo dicono le notizie, che diamo ormai con cadenza quasi settimanale. Lo dice l’esperienza quotidiana di chi, come noi, vive e viaggia in lungo e in largo nel territorio.
Sabato pomeriggio, ad esempio, stavo salendo da Sicelle verso il bivio per Lucarelli-Radda in Chianti.
Un gruppo di motociclisti stava scendendo giù da Panzano. Venivano giù come… meteore. Mi sono quasi fermato, sperando che non mi venissero addosso. E’ andata bene. Sfiorati.
Mi è capitato spesso, negli ultimi mesi, anni, di trovarmi in situazioni del genere.
Ne parlavo l’altro giorno con alcuni sindaci del Chianti senese: “Ormai siamo un autodromo – mi diceva uno di loro – E’ un enorme problema da molti punti di vista”.
“E pensare – mi spiegava un altro – che da tempo investiamo sulla mobilità dolce, sui percorsi a piedi, in bicicletta. Le nostre strade non possono sopportare questo tipo di traffico”.
Ma la realtà quotidiana è questa. I week end, come detto, inizia a essere un dato di fatto quello che ci fa dire… stiamo lontani da certe strade. Che, peraltro, uniscono e raccordano i nostri splendidi borghi.
Ma trovarsi in mezzo al “motodromo” non è una piacevole sensazione. Per niente.
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