spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
domenica 22 Giugno 2025
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    “Chef senza frontiere”, a San Casciano sfida ai fornelli per la Giornata mondiale Rifugiato: ecco come è andata

    Centinaia di cittadine e cittadine hanno preso parte all'iniziativa, anche in veste di giurati: hanno valutato sapori di Senegal, Romania, Burkina Faso, Bangladesh, Toscana

    SAN CASCIANO – Se esiste un elemento, un ingrediente, che accomuna, avvicina due piatti, solo apparentemente lontani, provenienti da Paesi, culture e popoli distanti, come la panzanella, che condensa tutti i sapori dell’estate in un’unica pietanza, simbolo del bagaglio di ricette toscane custodite dalle nonne, e il couscous a base di miglio, secondo un’antica tradizione senegalese, questo è l’attaccamento alle radici, la forte personalità di due specialità che raccontano le origini, cosa e come abbiamo mangiato e vissuto, la ricchezza culturale che le comunità hanno ereditato e portato intorno ai fornelli.

    E’ questo lo spirito di integrazione, di conoscenza e fusione di sapori e valori che ha caratterizzato la serata giocosa, divertente “Chef senza frontiere”, promossa e organizzata dal progetto SAI di San Casciano e Barberino Tavarnelle in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.

    Uno degli appuntamenti della rassegna, messa in piedi in collaborazione con una rete di soggetti che mira a sensibilizzare, condividere i percorsi di inserimento nel tessuto sociale e culturale dei richiedenti asilo presenti nel territorio.

    Un “contest” vero e proprio che ha lanciato una sfida all’ultimo piatto che ha coinvolto due squadre, la rossa e la blu, ciascuna delle quali si è avvalsa della passione e della competenza degli ospiti del SAI, dei giovani della Consulta di San Casciano e del Forum Cittadini Insieme.

    La gara culinaria, valutata da una giuria tecnica, composta da esperti di cucina, chef e amministratori comunali, e da una giuria popolare (ovvero 180 cittadine e cittadini che hanno preso parte all’iniziativa), ha conquistato i commensali per la qualità delle proposte, la varietà dei menù, l’accostamento dei sapori.

    In un viaggio intorno al mondo compiuto con le prelibatezze tipiche di tradizioni africane, italiane ed europee.

    Sulla tavola dei giurati hanno sfilato i sapori del Senegal, della Romania, del Burkina Faso, del Bangladesh, della Toscana.

    E soprattutto ha sorpreso l’esito della competizione, allestita nell’area del Parco del Poggione. I due team hanno totalizzato lo stesso punteggio: 168 preferenze.

    I piatti sono stati degustati e valutati dallo chef Matia Barciulli, dal cuoco Samir, dal sindaco Roberto Ciappi, dalla vicesindaca Martina Frosali e dall’assessore alle politiche per l’integrazione Duccio Becattini.

    I piatti che hanno fatto letteralmente impazzire i giurati sono stati la panzanella, il couscous a base di miglio, il Mafè, un piatto del Burkina Faso, preparato nelle occasioni di festa e nei matrimoni, il Biryani, cuore della tradizione culinaria del Bangladesh, le beignets senegalais e la placinta dobrogeana della Romania.

    I giurati hanno optato per l’una o per l’altra squadra in base a specifici parametri di valutazione tra cui la tecnica di esecuzione, il gusto e l’armonia sensoriale, la presentazione estetica.

    A fare gli onori di casa, il sindaco Ciappi e Marco Bruni, responsabile del progetto SAI.

    “È stata un’occasione straordinaria, apprezzata da tutta la comunità che ha mostrato quanto davvero sia possibile e concretamente praticabile la strada dell’integrazione – ha dichiarato il primo cittadino – che va di pari passo a quella della conoscenza e della condivisione di esperienze che possono farci sentire gli uni più vicini agli altri senza aver timore di ciò che è diverso dalla nostra cultura. L’invito è ad impegnarci tutti insieme per sostenere e offrire supporto ai più bisognosi”.

    La gara culinaria ha concluso la rassegna di eventi, partita lo scorso lunedì al Parco del Mocale a Tavarnelle, e con una tappa intermedia a San Pancrazio dove si è tenuta la biblioteca vivente e le storie dei richiedenti asilo condivise con la comunità che si sono aperti come libri.

    L’iniziativa, nata da una sinergia che lavora sui temi dell’integrazione e dell’accoglienza, è stata realizzata dal Progetto Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) di San Casciano e Barberino Tavarnelle che mette in rete i Comuni, Coop21, la Confraternita Misericordia di Barberino Tavarnelle, Oxfam, la Consulta dei Giovani, la Polisportiva di Barberino Tavarnelle, il Forum Cittadini Insieme, la Rete per la Pace e per i Diritti Umani di Barberino Tavarnelle, Limo Linguaggi in Movimento, Music Tribe.

    La serata si è conclusa con un concerto di musica dal vivo sulle note della tradizione balcanica.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...