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martedì 28 Marzo 2023
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    Ambiente, Distilleria Deta partecipa alla stesura del primo Rapporto di sostenibilità

    “Per la Distilleria Deta – dichiara il direttore generale, Francesco Montalbano – è un onore aver partecipato alla stesura del primo Rapporto di sostenibilità"

    VICO D’ELSA (BARBERINO TAVARNELLE) – “Le distillerie sono un modello d’impresa basato su sostenibilità, economia circolare e riutilizzo delle risorse”.

    È quanto emerge dal primo “Rapporto di sostenibilità” promosso dall’Associazione nazionale industriali distillatori di alcoli e acquaviti (Assodistil).

    Lo studio analizza le performance di undici distillerie italiane tra cui Distilleria Deta, storica azienda della Valdelsa che, da quasi un secolo, produce grappe e liquori a Barberino Tavarnelle.

    Lo studio sarà presentato venerdì 11 dicembre alle ore 10, in diretta streaming sul sito www.assodistil.it.

    Il webinar vedrà la partecipazione di Antonio Emaldi, presidente Assodistil; Paolo De Castro, deputato e membro della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale al Parlamento europeo; Filippo Gallinella, deputato e presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati; Silvia Totaro, sustainability specialist di Lifegate.

    “Per la Distilleria Deta – dichiara il direttore generale, Francesco Montalbano – è un onore aver partecipato alla stesura del primo Rapporto di sostenibilità”.

    Distilleria Deta

    “Questo documento – prosegue – dimostra nei fatti, come e quanto le distillerie siano impegnate quotidianamente sul fronte della sostenibilità, del risparmio energetico e della tutela dell’ambiente”.

    “Il nostro lavoro – rivendica – è ecosostenibile per definizione. Valorizziamo i sottoprodotti della vinificazione, le vinacce, per trasformale oltre che in grappe, in prodotti sostenibili come ad esempio l’alcool destinato alla produzione di biocarburanti avanzati”.

    “La nostra distilleria inoltre – aggiunge Montalbano – produce energia elettrica utilizzando il biogas derivante dalla digestione anaerobica degli scarti della lavorazione, rendendoci così autosufficienti dal punto di vista energetico”.

    “Per di più – conclude – grazie ad una caldaia alimentata con le nostre biomasse riusciamo a produrre l’energia termica necessaria allo svolgimento del processo produttivo, senza usare gas metano. Questo ci ha permesso di risparmiare nel 2019 oltre 8.600 tonnellate di CO2”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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