BARBERINO TAVARNELLE – “Abbiamo appreso della richiesta di raddoppio della produzione avanzata della Distilleria Deta e raccolto preoccupazioni dei cittadini e sollecitazioni a discutere ed approfondire tutta la situazione attuale e futura”.
Inizia così la riflessione di Sinistra Civica Ecologista (SCE) di Barberino Tavarnelle, su una questione che da tempo è all’ordine del giorno sul territorio.
“Conosciamo da anni la situazione della Distilleria Deta – riprende SCE – e le problematiche di salute ed ambientali ad essa legate e valutiamo positivamente tutte le importanti azioni amministrative e tecniche attivate dall’amministrazione comunale, dalla Regione e dagli enti di controllo quali Arpat ed Azienda Sanitaria locale”.
“Riteniamo molto utile – proseguono – come forza politica portare il nostro contributo alla discussione ed al necessario approfondimento su questa vicenda che è decisamente importante per la difesa ambientale del nostro territorio e per la tutela della salute dei nostri cittadini”.
“Riteniamo fondamentale – affermano – che la richiesta dell’azienda di poter raddoppiare la produzione sia valutata alla luce delle seguenti condizioni”.
Che vanno ad elencare, partendo da “garanzie concrete di un impegno serio e duraturo in investimenti per nuove tecnologie , impianti e sistemi produttivi finalizzati al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori che operano all’interno dello stabilimento”.
E ancora, “garanzie concrete di un impegno serio e duraturo in investimenti per nuove tecnologie ed impianti e sistemi produttivi finalizzati al miglioramento del profilo ed impatto ambientale dell’azienda in termini di emissioni atmosferiche, sonore, scarichi idrici e produzione di rifiuti e realizzazione di opere di mitigazione ambientali”.
“Garanzie concrete – prosegue SCE – di un impegno serio e duraturo per un piano occupazionale che prevede un significativo aumento dei posti di lavoro stabili”.
La “predisposizione di un Piano di Monitoraggio di tutte le emissioni, puntuali e diffuse, e delle
ricadute sul territorio a carico dell’azienda; la predisposizione di relazioni periodiche, con carattere pubblico, contenenti le informazioni sull’impatto ambientale e sanitario dell’azienda”.
Infine, la “costituzione di un Comitato di Partecipazione, con rappresentanti dell’amministrazione comunale, della Regione, dell’Arpat, della Asl, dei sindacati dei lavoratori e della cittadinanza, che possa contribuire alla verifica dei punti precedenti, alla comunicazione e partecipazione dei cittadini”.
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