CHIANTI FIORENTINO – “Negli ultimi giorni l’esercito israeliano ha intensificato le incursioni contro la città palestinese di Tulkarem, in Cisgiordania, colpendo sia il campo profughi che le infrastrutture civili. I bulldozer hanno distrutto strade, fognature, sistemi di illuminazione e acquedotti senza nessuna giustificazione o motivazione”.
È quanto denunciano il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, quello di Calenzano, Giuseppe Carovani, e quelli del Chianti fiorentino: di San Casciano (Roberto Ciappi), di Greve in Chianti (Paolo Sottani), di Barberino Tavarnelle (David Baroncelli).
Primi cittadini che soltanto poche settimane fa, all’inizio di dicembre, hanno ricevuto nei rispettivi comuni il sindaco della città palestinese, Riyad Awad.
“Questa violenza ha causato la morte di nove persone – proseguono i sindaci – sette uomini e due donne, in quella che il governo di Netanyahu ha grottescamente definito… operazione antiterrorismo”.
“Le immagini che riceviamo da Tulkarem – affermano – mostrano distruzioni senza precedenti, spazi pubblici ridotti in macerie, case spazzate via dalla furia dei mezzi militari israeliani, una popolazione stremata dopo decenni di occupazione, di prevaricazioni e violazioni dei diritti”.
“Poche settimane fa – ricordano i sindaci – abbiamo ricevuto nei nostri municipi il sindaco di Tulkarem, Riyad Awad con una delegazione della città palestinese”.
“Alcune delle nostre comunità – aggiungono – sono legate a questa città da anni da progetti di cooperazione sanitaria realizzati insieme all’ASL Toscana Centro che hanno generato conoscenza reciproca e amicizia. Anche per questo alle notizie che ci arrivano dalla Palestina non potremo mai abituarci, mai rassegnarci”.
“Alla città di Tulkarem esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà – concludono i sindaci – al Governo italiano e all’Unione europea chiediamo di attivare finalmente tutti gli sforzi necessari per arrivare ad un cessate il fuoco a Gaza, al ritiro delle truppe israeliane e al riconoscimento dello Stato Palestinese al fine di costruire una pace giusta, duratura e rispettosa del diritto internazionale”.
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