FIRENZE – “Il ministro della Salute Roberto Speranza ha giustamente disposto la quarantena, quindici giorni di isolamento obbligatorio, per chi proviene dalla Romania e dalla Bulgaria. Questo provvedimento è giĂ in vigore per tutti i Paesi extra Schengen e extra Unione Europea. La decisione di estenderlo è motivata con il fatto che in quei due Paesi il livello del contagio è elevato e in crescita”.
Inizia così la riflessione del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, su uno dei temi del momento in ambito Covid-19. Ovvero il contagio di rientro dai Paesi dell’Est Europa.
“Ora – prosegue Rossi – si tratta di applicare questa misura in modo coerente, facendo informazione agli aeroporti, nei punti di arrivo e con iniziative mirate a favore delle comunitĂ nazionali presenti nel nostro Paese e di chiunque per qualsiasi ragione provenga da quelle nazioni, in modo da fare poi una rigorosa sorveglianza sanitaria”.
“Nella mia regione – dice Rossi – i romeni, cittadini europei dal 2007 che finora hanno avuto il diritto di muoversi in Europa liberamente, sono piĂą di 80.000. Sono ben inseriti e contribuiscono alla vita della regione in molti settori, lavorando con serietĂ e grande impegno”.
“Per loro – afferma – oltre che agli aeroporti, si devono garantire controlli accurati anche alle stazioni dei pullman; essendo questo mezzo assai usato dai romeni per recarsi e tornare dal loro Paese”.
“In numero assai minore in Toscana sono i bulgari – continua il governatore – poco piĂą di tremila; ma anche per loro si devono fare iniziative simili. Oggi stesso cercherò gli ambasciatori di questi due paesi per informarli e chiedere loro di collaborare alla riuscita delle iniziative”.
“Questo – dice ancora – è a mio parere un approccio razionale e non discriminatorio che tiene conto della realtĂ , chiede la collaborazione delle persone e contribuisce a tenere sotto controllo il contagio”.
“Infatti – tiene a dire – analoghe iniziative, rivolte a gruppi specifici, sono state prese in Toscana anche verso i giovani che partecipano alla movida notturna e verso i vacanzieri sulla costa, ai quali viene proposto di effettuare gratuitamente il test sierologico”.
“Evitare generalizzazioni – conclude Rossi – intervenire correttamente e al meglio possibile, laddove il problema si presenta, è il miglior approccio non solo per tutelare la salute di ciascuno e di tutti, ma anche per evitare che la destra di Salvini utilizzi “il contagio” per il suo sporco gioco politico preferito: quello di indicare l’untore nel migrante e di scatenare campagne di odio”.
@RIPRODUZIONE RISERVATA