FIRENZE – “Il fondo di sostegno per gli enti del terzo settore è un segnale e l’impegno della Regione e delle istituzioni locali è stato fondamentale, anche se è un primo passo: i 1.500 circoli della Toscana sono ancora a rischio. Alla fine della pandemia, se le cose non cambiano, molti chiuderanno”.
E’ passata una settimana dalla chiusura dei circoli Arci e Acli della Toscana e qualcosa si è mosso, ma non è sufficiente secondo i presidenti Acli e Arci della Toscana, rispettivamente Giacomo Martelli e Gianluca Mengozzi.
“Vogliamo ringraziare – dicono – a nome di tutti i soci, volontari e militanti, la Regione Toscana, il presidente Eugenio Giani e la sua giunta, i consiglieri, i parlamentari toscani, le forze politiche e i molti sindaci che si sono da subito mobilitati a fianco dei nostri circoli”.
“Questa prima forma di sostegno – aggiungono – è, infatti, per buona parte, dovuto al loro deciso intervento nel rimarcare l’importanza delle case del popolo e dei circoli nel tessuto sociale della nostra Regione”.
Resta però forte la preoccupazione per il futuro.
“Il Governo ha travolto – rimarcano – con una previsione ingiusta ed approssimativa, tutte quelle attività solidaristiche e di utilità sociale che le nostre strutture svolgono quotidianamente, danneggiando le comunità, soprattutto le più piccole”.
“I nostri 1.500 presìdi di comunità – rivendicano – hanno dimostrato un grande senso di responsabilità, sospendendo subito le attività, manifestando con ordine e senza falsi clamori la verità delle pesanti conseguenze del provvedimento e la frustrazione per il maggior rigore applicato nei loro confronti rispetto alle categorie commerciali”.
“Ancora non capiamo questa differenza di trattamento” denunciano.
“Ci auguriamo – dicono ancora i presidente Acli e Arci – che il Governo nei prossimi provvedimenti incrementi le risorse per il Terzo settore: la tenuta sociale delle nostre comunità, messa a dura prova dalle conseguenze economiche e sociali della pandemia, passa anche dal garantire la sopravvivenza di queste insostituibili realtà”.
“A questo proposito – concludono – chiediamo e auspichiamo anche una collaborazione da parte delle amministrazioni comunali e un loro pronto intervento per aiutarci a rendere più sostenibili i costi di queste strutture”.
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