Sarò duro in queste poche righe con le quali commento l'esito delle elezioni amministrative di domenica 10 giugno a Impruneta. Duro ma, penso, oggettivo.
Scusate l'auto-investitura ma… penso di potermelo un po' permettere. Da diciassette anni seguo, così come nel resto del Chianti, l'andamento della politica locale. In questo caso imprunetina.
In questa campagna elettorale ho coordinato i due dibattiti pubblici fra i cinque candidati sindaco: quello organizzato dal Comitato Genitori sul tema-scuola a Tavarnuzze, quello organizzato dal Gazzettino del Chianti al Cinema Buondelmonti.
E non me ne vogliano i candidati stessi. Rispetto profondamente l'impegno e la passione di tutti, coloro che si candidano a sindaco o al consiglio comunale: però dal momento in cui si mettono in gioco si espongono anche a giudizi e valutazioni.
E un livello così basso, sinceramente, non lo avevo mai trovato. A tratti si sono vissuti, anche durante i confronti pubblici, momenti a dir poco surreali.
Non ho voluto scrivere niente in proposito prima del voto, per non influire nè turbarne in alcun modo lo svolgimento. Ma il dato indecoroso (sì, avete letto bene, indecoroso) dell'affluenza alle urne, parla più di tante parole.
La totale disaffezione registrata a Impruneta nei confronti della politica locale, quella più vicina al cittadino, certificata da quel 46,3% andato alle urne (un tracollo anche nei confronti del non già esaltante 55,9% del 2013), è il dato eclatante di queste elezioni amministrative.
Una campagna elettorale a tratti surreale, fatta quasi soltanto di post e accuse sui social network, con pochissimi contenuti, ha fatto il resto.
Il dato sull'affluenza più bassa della storia delle amministrative imprunetine non è certo una sorpresa. Bastava stare in mezzo alla gente per capire che tantissimi non sarebbero andati a votare.
Ma che, e qui sta ancora il dato peggiore, tantissimi non erano disinteressati. Dicevano semplicemente, a volte allargando le braccia, che… "non riesco davvero ad andare a votare per scegliere il meno peggio, preferisco rimanere a casa o andare al mare". Oppure calava un silenzio pieno di tanti contenuti.
Si dirà che sono i tempi. Che è così dappertutto. Si potranno fare tutte le ricostruzioni più ardite. Si potranno trovare tutte le giustificazioni del mondo. Si potrà dire che l'affluenza è calata anche altrove.
Ma si dovrà anche dire che quella imprunetina è stata la più bassa fra i 20 comuni andati al voto in Toscana. Unico comune sotto al 50%.
Il dato di fatto, profondo e reale, è questo. All'Impruneta questa tornata amministrativa ha sancito l'anno zero della politica.
Ne prenda atto chi ha vinto, con quella che potremmo definire una sorta di vittoria "per inerzia". Ne prenda atto, a maggior ragione, chi ha perso.
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