LA ROMOLA (SAN CASCIANO) – Un addio a un grande maestro dell'arte, a un uomo che aveva messo il suo genio anche al servizio della memoria e del ricordo.
Memoria e ricordo che accompagneranno per sempre Silvio Loffredo, scomparso in questi giorni ormai ultra novantenne (per l'esattezza 93). Lo accompagneranno in particolare a San Casciano e nella frazione de La Romola, molto legata all'artista nato nel 1920 a Parigi.
Loffredo infatti era stato l'artefice del mosaico del monumento del Giardino del Tramonto (nelle foto sopra), alla Romola, in ricordo della Strage dei Georgofili e della fine terribile che il vile attentato mafioso segnò per la famiglia Nencioni (romolina) e per lo studente Dario Capolicchio.
Un mosaico eccezionale, con richiami a quelli realizzati, tanto per fare un esempio, da Gaudì al Parc Guell di Barcellona.
Suo amico alla Romola era l'ex consigliere comunale Luigi Dainelli, familiare dei Nencioni e vero e proprio custode della loro storia e dei loro ricordi. Ma non solo amico, in quanto era colui che tagliava le piastrelle che poi Loffredo provvedeva a sistemare.
A rendergli omaggio da parte di tutti i cittadini sancascianesi il sindaco Massimiliano Pescini, che dà voce a tutta la comunità nel ringraziarlo per quell'opera che colorerà per sempre il ricordo di un fatto terribile. Che a La Romola hanno sempre vissuto con grande partecipazione e coinvolgimento.
Amici di Loffredo sono stati anche Giuliano Ghelli, Andrea Pignataro, artisti che anche recentemente hanno collaborato all'allestimento di più di una mostra di sue opere presso l'auditorium ChiantiBanca, a San Casciano.
Un altro ad essere rimasto particolarmente colpito dalla scomparsa di Loffredo è il consigliere comunale, anch'esso romolino, Sandro Matteini: "Se n'è andato colui che ha realizzato un qualcosa che rappresenterà per sempre una parte fondamentale di un piccolo paese come La Romola".
"Un'opera mosaica – conclude Matteini – credo l'unica della sua lunga carriera, che ha voluto regalare alla comunità. Gliene saremo sempre grati".
di Matteo Pucci
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