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domenica 8 Settembre 2024
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    Il giovane sacerdote, 28 anni, assegnato alla parrocchia di Campi Bisenzio

     

     

    Manca ancora mezz'ora all'inizio della Messa, ma i posti a sedere, nella chiesa di Santa Caterina a Cerbaia, sono già tutti esauriti. Di lì a poco infatti, don Antonio Lari, ragazzo cerbaiolo di 28 anni, avrebbe detto la sua prima Messa, davanti ai suoi concittadini, una settimana dopo essere stato ordinato sacerdote in Duomo.
     

    L'emozione è tanta in questa domenica di aprile, e all'entrata in processione del giovane prete, l'applauso spontaneo della folla che nel frattempo riempie anche la strada fuori dalla chiesa, copre per un attimo il canto d'ingresso.

     

    A concelebrare la Messa sono presenti tre parroci di Cerbaia: don Giulio, don Francesco e don Francisco. La storia del paese in tre personaggi di età diversa, con cui Antonio è nato, cresciuto, maturato la sua decisione di entrare in seminario.
     

    Grande l’emozione del neo sacerdote, che è stato assegnato dal Vescovo alla parrocchia di Campi Biesenzio, nel pronunciare le parole di ringraziamento alla sua comunità di origine, la culla della sua fede. A cui rivela un simpatico aneddoto in grado di spiegare bene il forte attaccamento che lo lega a loro.

     

    “Io ho molti soprannomi nella vita – dice il giovane, sorridendo – quando sono entrato in Seminario, e questo giovane prete di Pistoia, don Maurizio (anche lui, assieme a Don Torquato e Don Daniele,  ha concelebrato la funzione) di soprannome me ne ha aggiunto un altro: “Cerbaia” perché avevo sempre sulla bocca la mia comunità, la mia parrocchia”.
     

    In prima fila, i genitori e il fratello di Antonio, assieme ad alcune persone in carrozzina, giunte sin lì grazie ai volontari dell’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali).

     

    “Ringrazio la mia seconda famiglia, grazie a loro ho incontrato il Signore, negli occhi di queste persone – dice indicando i malati, non nascondendo la commozione – è grazie a loro se oggi sono qui”.
     

    Come da consuetudine, al termine della Messa si è creata una lunga fila per baciare le mani a don Antonio, un semplice ragazzo di Cerbaia diventato prete: segno di riconoscimento dell’intera comunità, ad un nuovo sacerdote.

    di Andrea Alfani

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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