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venerdì 19 Aprile 2024
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    Un cippo in ricordo del padre ucciso dai tedeschi, che riemerge durante i lavori di scavo di una vigna

    Franco Leoncini lo aveva cercato a lungo, senza mai riuscire a trovarlo: oggi quel documento in pietra è tornato al suo posto, in memoria del babbo, Guido

    SAN CASCIANO-MONTESPERTOLI – Era un giorno grigio e freddo quello del 21 dicembre 2013, quando con Franco Leoncini (classe 1933), ci ritrovammo lungo via di Lucciano, nella frazione di San Quirico (Montespertoli), all’altezza del ristorante “Buzzanca”.

    Lo scopo dell’incontro era dovuto alla storia che Franco ci aveva raccontato: “E’ da molto tempo che ho il desiderio di ritrovare il cippo commemorativo posto a poca distanza da via di Lucciano, esattamente nel punto dove fu ucciso da un soldato tedesco il mio babbo, Guido Leoncini, a pochi passi da casa. Era il 17 luglio 1944″.

    “A distanza di anni – ci aveva detto ancora – io e mio fratello Armando siamo andati alla ricerca di quel segno, dotati di falce abbiamo cercato di riportare alla luce il cippo, ma senza esito. Il dislivello tra la collina e il campo sottostante era enorme, tanto che abbiamo pensato che fosse rimasto interrato dopo una frana”.

    Ma i due fratelli non si arresero nella ricerca. Così una mattina del dicembre 2013, dopo avere interpellato una ditta attrezzata di un grosso decespugliatore, abbiamo seguito anche noi con Franco la ricerca sotto la collina. Ma del cippo nessuna traccia.

    Con grande delusione fu così deciso di collocare una targa in ricordo di Guido Leoncini su una piccola quercia. Finito tutto lì? No, pochi giorni fa una telefonata inaspettata: “Sono Franco, è stato ritrovato il cippo grazie al signor Bandinelli, che durante i lavori di scasso per realizzare una vigna lo ha visto saltar fuori. Intatto. Non le dico la gioia! Nei prossimi giorni andrò a rimetterlo al suo posto”.

    E così è stato, tanto che siamo tornati in via di Lucciano con Franco appena ha finito di tinteggiare le parole incise nella pietra.

    “Ricordo benissimo quel giorno – ci dice commosso – quando fu ucciso nostro padre. Dal ciglio i soldati tedeschi risalirono attraverso una scala, venendo a casa nostra, in mano avevano un cappello che era di mio fratello Armando, che nel frattempo era scappato: “Abbiamo ammazzato una persona, però era disarmata!” pronunciò il soldato. Mia mamma gli si avventò contro, il soldato estrasse la pistola e cominciò a sparare sopra la sua testa per intimorirla. Le andò bene. Furono la mia mamma e mia zia, dopo la fine della guerra, a voler mettere questo cippo. E oggi sono felice di averlo potuto collocare al suo posto”.

    Di tutto questo è stato informato il sindaco di Montespertoli (siamo in territorio comunale montespertolese) Alessio Mugnaini, che si è preso l’impegno di deporre, il prossimo 17 luglio, una corona d’alloro in memoria di Guido Leoncini.

    Quanto avvento il 17 luglio 1944 a San Quirico è riportato da Andrea Pestelli  nel libro “Montespertoli ’44” , sulla base della ricostruzione del fatto basata sulla deposizione rilasciata ai carabinieri da Gino Dini (Archivio Storico Comunale):

    Erano le 17.30 di quella giornata, quando Guido Leoncini, accompagnato dall’amico Gino Dini, stava tornando dal bosco dove aveva governato le bestie, nascoste nel folto della vegetazione per sottrarle alla requisizione da parte dei tedeschi.

    Quando i due furono all’altezza di Lucciano, fra la strada di San Quirico e il Ponterotto, furono avvisati da una donna che alcuni tedeschi stavano perlustrando la zona.

    I due si misero a correre, ma furono visti da cinque tedeschi, che, scambiandoli forse per dei partigiani, gli spararono contro una prima raffica.

    Il Dini si gettò immediatamente a terra nascondendosi nell’erba alta, mentre il Leoncini proseguì di corsa verso la sua abitazione, ma, nel momento in cui si accinse ad attraversare una fossetta, venne raggiunto da un colpo di moschetto al polmone sinistro e lo uccise.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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