IMPRUNETA-FIRENZE – I segni dell’incidente mortale avvenuto nella prima mattina di sabato 28 giugno lungo la via Senese ai Bottai (clicca qui per leggere l'articolo), a pochi metri dal ristorante "La Certosa", rimarranno ancora un po’ sull’asfalto.
Testimonieranno il dramma di un uomo di 55 anni che ha perso la vita, di una famiglia che ha dovuto sopportare la telefonata che nessuno vorrebbe mai sentire.
Sarà il tempo e il continuo passaggio dei mezzi a cancellarne ogni traccia, almeno sull'asfalto: ma c’è chi in questo tratto vive e lavora ed è esasperato.
"Questa strada è micidiale – racconta un dipendente del ristorante – non esiste segnaletica che inviti a rallentare, un autovelox, niente".
"Poco più avanti – ricorda – ci sono le fermate dell’Ataf (il 37): se uno deve attraversare da una parte all’altra deve affidarsi alla buona sorte, non ci sono le strisce pedonali, un piccolo semaforo per fare attraversare. Niente".
"Si parla di questo tratto di strada – conclude – solo quando qualcuno purtroppo, come nel caso di questa mattina, ci rimette la vita qualcuno. Per poi non fare niente".
Le macchine (ma anche i mezzi pesanti) sfrecciano in entrambe le direzioni: tra l’altro in questo tratto che dai Bottai porta alla Certosa del Galluzzo non esiste un vero e proprio marciapiede.
Spesso i turisti che soggiornano nel vicino campeggio affiancano pericolosamente il muro dirigendosi in visita al Monastero: anche di notte, in una zona paeraltro carente anche d’illuminazione.
di Antonio Taddei
© RIPRODUZIONE RISERVATA