GREVE IN CHIANTI – La storica enoteca di Greve in Chianti ha ceduto il suo posto alla Banca di Cambiano. Il passaggio di testimone è l'occasione per ricordare la storia di questa attività che inizia oltre 45 anni fa.
Nel 1969 in occasione della I Mostra Mercato del Chianti Classico a Greve in Chianti, il segretario della Pro-loco, Nello Masini, chiese ai produttori partecipanti, allora circa 50, alcune bottiglie per allestire un’esposizione permanente del vino Chianti Classico.
In quell’anno l’iniziativa, che doveva essere patrocinata dal Comune, non andò in porto, ma la tenacia e l’amore per il vino e per il territorio sostenne Masini che insieme ad un gruppo di amici riuscì a fondare nel giugno 1970 la prima Mostra Permanente del Chianti Classico a Greve in Chianti. I produttori aderirono di buon grado all’iniziativa che fin dall’inizio incontrò gradimento e consensi da parte dei visitatori che manifestarono l’esigenza di poter acquistare le bottiglie esposte.
Nasce così l’Enoteca del Chianti Classico che per 45 anni ha offerto ad amatori e collezionisti la più vasta gamma possibile dei vini prodotti nel Chianti.
L’Enoteca fu la prima risposta all’allora crescente interesse in tale settore, dopo l’approvazione del disciplinare di produzione del vino a denominazione di origine controllata “Chianti”.
Solo in questa Enoteca gli estimatori hanno potuto scegliere, tra le migliori annate, bottiglie di tutti i produttori del Chianti Classico, da quelli che producevano milioni di bottiglie fino ai piccoli che non avevano una loro organizzazione commerciale.
Nel tempo le cinque sale dell’Enoteca, affacciate sulla piazza di Greve in Chianti, hanno accolto oltre cinquecento etichette di ben cinquanta annate di Chianti Classico Docg, i Supertuscans maturati in barrique, i Bianchi e i Rosati oltre ad una selezione di Docg Toscani, e tutte le grappe prodotte nella zona.
Oggi che questa storia chiantigiana si è conclusa un grazie a quel gruppo di amici fondatori dell’Enoteca, che con la loro encomiabile volontà hanno contribuito a valorizzare il vino che, oltre ad essere il fulcro dell’economia agricola di ogni azienda chiantigiana, rappresenta un sicuro vanto di questa terra.
di Redazione
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