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martedì 23 Aprile 2024
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    Gli “omini che fanno cose” di Luca Carfagna: un’icona dell’Expo di Greve

    L'artista panzanese e le sue figure umane stilizzate sulla juta: "Energiche ed ironiche"

    GREVE IN CHIANTI – Da qualche anno sono un’icona dell’Expo del Chianti Classico, così come il Gallo Nero lo è del vino.

     

    Sono gli “omini che fanno cose”, le figure umane stilizzate che animano i grandi striscioni di juta appesi alla facciata del palazzo comunale e che l’artista torinese di nascita ma panzanese di adozione Luca Carfagna disegna da un decennio.

     

    Il vino, però, come racconta lo stesso artista, è un pretesto per queste figure che vivono di vita propria e si fondono con il contesto che li ospita.

     

    "Ogni volta che li faccio – spiega Carfagna al Gazzettino del Chianti – ci metto un’energia nuova e questa manifestazione sicuramente mi dà un grande stimolo".

     

    Alcune di queste rappresentazioni sono sequenze di una stessa azione, altre raffigurano un unico personaggio che fa azioni diverse (o che, semplicemente, non fa niente).

     

    Ma tutte le opere sono accomunate da due elementi che Carfagna ritiene imprescindibili: "Energia ed ironia, questo devono suscitare in me e in chi li guarda. E ogni volta è come se lanciassi queste figure su un argomento, e loro poi si danno da fare per creare situazioni ironiche e far divertire".

     

    Carfagna, 49 anni, è arrivato nel Chianti nel 2004 dopo aver lavorato in varie parti d’Italia e d’Europa, soprattutto in Spagna. È proprio a Barcellona che sono nati gli “omini”.

     

    La scelta di risiedere nel Chianti è stata abbastanza casuale, ma convinta. "Mio fratello vi abitava già – racconta – e dopo esserci arrivato quasi per caso, per vendemmiare, l’ho subito ritenuto un luogo interessante. Ci sono tante possibilità per fare questo lavoro e per mostrarlo, grazie ai tanti mercati e alle fiere organizzati sul territorio".

     

    E proprio a Panzano, dice ancora, c’è un’atmosfera speciale che favorisce la creatività: "Qui un artista… tira l'altro, dall'estero e da altre parti d'Italia. È una dimensione giusta, un paese piccolo ma senza gli aspetti e i riti della provincia come la passeggiata in centro del sabato pomeriggio".

     

    Nonostante il legame stretto con il vino, Carfagna (che nei giorni dell’Expo sarà con una propria postazione in piazza Matteotti) non ha mai disegnato un’etichetta di Chianti Classico.

     

    "In realtà – ci rivela – ne ho fatta una per un vino austriaco, ma il risultato non è stato soddisfacente. Credo però che se mi ricapitasse un lavoro del genere potrei produrre qualcosa di molto valido".

     

    Progetti per il futuro? Non per il momento, dice, se non continuare questa attività partecipando a mercati e fiere.

     

    "Non sono fatto per mostre e gallerie – conclude – che richiedono anche una certa attitudine alle relazioni diplomatiche. A me piace il contatto diretto con le persone".

    di Matteo Morandini

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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