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venerdì 29 Marzo 2024
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    Città Slow: da Greve in Chianti il no al glifosate nelle aree verdi pubbliche

    Oltre quaranta città provenienti da tutto il mondo hanno aderito al coordinamento internazionale di Greve

    GREVE IN CHIANTI – Parte da Greve in Chianti il nuovo modo di agire slow attraverso la promozione di azioni concrete tese a favorire l'agricoltura sostenibile.

     

    Un tema lanciato e condiviso dalle oltre 40 città che fanno parte del coordinamento della rete internazionale.  Da oltre quindici Paesi provenienti da tutto il mondo i delegati rappresentanti delle Città slow riuniti fino a oggi nel comune chiantigiano per rilanciare gli obiettivi e le finalità del network hanno deciso insieme di dire no al glifosate.

     

    Al bando i prodotti chimici e i diserbanti nelle aree pubbliche, nei parchi, nei giardini, nei cimiteri nelle zone verdi gestite dalle amministrazioni pubbliche.

     

    E' questo uno dei punti che costituisce il nuovo modello di sviluppo delle Città Slow di tutto il mondo, lanciato dal Comune di Greve. Il network comprende 213 città di cui 80 in Italia e 13 in Toscana.

     

    E' il tema accolto e varato come aspetto cardine del rilancio della rete che il Comune di Greve ha affrontato e introdotto nell'ambito del workshop operativo che si è tenuto ieri pomeriggio nella sala consiliare del palazzo comunale. 

     

    “Abbiamo proposto un cambio di marcia, una nuova direzione – commenta l'assessore al turismo Gionni Pruneti – il coordinamento della rete è concorde e compatto nell'aderire al comitato che dice no al glifosate, noi come enti pubblici condurremo questa battaglia vietandolo nelle aree pubbliche, aderiamo alla campagna europea perché si eviti l'autorizzazione all'utilizzo del glifosate a livello comunitario”.

     

    Il tema di discussione proposto dall'assessore Pruneti è quello dell'agricoltura e dei nuovi scenari di sviluppo per una convivenza armonica con la città e il suo territorio, verso l’incentivazione della produzione biologica e la riduzione dei fitofarmaci. Tema molto caldo a Greve, in particolare negli ultimi mesi.

     

    Sulle nuove politiche di rilancio della rete si sono confrontate città italiane e internazionali provenienti da Cina, Corea, Norvegia, Turchia, Giappone, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Polonia, Stati Uniti, Italia.

     

    L'iniziativa è stata presenziata da Stefano Pisani, presidente del coordinamento delle Città Slow. Fondamentale alla discussione si è rivelato il contributo di Mariagrazia Mammuccini, consigliere dell'associazione nazionale Federbio.

     

    "Il punto che abbiamo messo all'ordine del giorno  – ha aggiunto il sindaco Paolo Sottani –  ha offerto un tavolo di confronto su alcune delle esperienze più virtuose a livello internazionale nel settore della produzione biologica, una crescita in termini qualitativi che sta generando reddito, posti di lavoro e incrementa le potenzialità turistiche, sono emerse le esperienze della Turchia e della Cina che con la produzione di riso e verdure bio ha potenziato del doppio il reddito pro capite nelle sue cinque città slow".

     

    A Greve la viticoltura biologica certificata si attesta intorno al 33 per cento circa con la punta di diamante concentrata nell'area di Panzano dove il 90 per cento dei 600 ettari di vigneto è bio, coltivati da una trentina di viticoltori locali.

     

    La Toscana fa emergere un segnale di crescita considerevole rispetto al numero dei produttori biologici, cresciuto del 12 per cento rispetto al 2013. Oggi si attestano intorno ai 4mila gli operatori che praticano agricoltura sostenibile e rilevante, anche rispetto alla media nazionale, è il dato dei produttori preparatori, oltre a quelli che trasformano il prodotto e che fanno della Toscana la seconda regione d'Italia.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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