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venerdì 29 Marzo 2024
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    La delegazione del G20 (con il ministro all’agricoltura Patuanelli) al Frantoio Pruneti di San Polo

    "Abbiamo ribadito - dice Gionni Pruneti - quanto sia a nostro avviso strategico sostenere le aziende agricole artigianali per mantenerne la distintività rispetto all’agroindustria"

    SAN POLO (GREVE IN CHIANTI) – Si è svolta ieri pomeriggio, venerdì 17 settembre, nel rispetto delle rigorose misure di sicurezza che da giorni vedevano forze dell’ordine in massa nel borgo chiantigiano, la visita al Frantoio Pruneti in San Polo in Chianti da parte dei rappresentanti delle delegazioni dei governi Usa, Uae, Turchia, Olanda, Filippine, Corea, tra i partecipanti alle riunioni del G20 Agricoltura in questi giorni a Firenze, accompagnati dal ministro all’agricoltura Stefano Patuanelli.

    “Siamo davvero gratificati ed onorati per essere stati scelti come una delle tappe della visita
    istituzionale della delegazione del G20 Agricoltura – esordisce Gionni Pruneti – Si tratta di un
    riconoscimento all’eccellenza del nostro prodotto, ma anche alla contemporaneità della tecnologia adottate nei campi e nella produzione, e del nostro ruolo di “ambasciatori” del Chianti Classico, esportatori di uno stile di vita particolarmente attento alle nuove generazioni”.

    “E’ stata l’occasione – prosegue Gionni Pruneti – per confrontarci sui grandi temi dell’agricoltura post Covid e della necessità di politiche globali per affrontare problemi complessi che non possono essere più affrontati a livello nazionale”.

    “Abbiamo ribadito – fa sapere – quanto sia a nostro avviso strategico sostenere le aziende agricole artigianali per mantenerne la distintività rispetto all’agroindustria. In questo modo si rende possibile far crescere la qualità dei prodotti e assicurare lo sviluppo culturale ed economico delle comunità locali, riducendo l’impatto ambientale e valorizzando il fattore umano”.

    “Abbiamo parlato di acqua – sono ancora parole di Gionni Pruneti – come bene sempre più prezioso anche in olivicoltura, e di come si debba sempre più investire nella gestione delle acque superficiali e piovane. Strada già intrapresa dalla Regione Toscana”.

    “Infine – conclude – abbiamo espresso la necessità d’investire nel mantenimento delle cultivar autoctone e comunicare la qualità e le identità territoriali degli oli come ingredienti essenziali negli abbinamenti con i piatti di tutte le cucine internazionali”.

    “Personalmente – prende la parola Paolo Pruneti – constatare che il ministro dell’agricoltura Patuanelli riconosce il valore assoluto dell’unicità di un prodotto come l’olio extra vergine di oliva di alta qualità proprio perché legata all’identità specifica di un territorio, è stata una conferma del valore di tutto il lavoro che abbiamo fatto negli ultimi 20 anni”.

    “Essere stati selezionati come azienda di riferimento del Chianti Classico per l’alta qualità dei
    nostri prodotti – commenta con orgoglio – e per la passione che ci spinge ad una continua innovazione anche delle modalità con le quali promuoviamo la cultura del prodotto, è stato un forte riconoscimento di tutto il nostro percorso”.

    “Abbiamo avuto conferma – aggiunge – che il format pensato per trasferire alle giovani generazioni la cultura dell’olio extra vergine d’eccellenza, implementato alla Pruneti Extra Gallery di Greve in Chianti e nel pop up Pruneti in Rinascente Duomo a Milano, è proprio quello che i consumatori desiderano e si aspettano per scegliere in modo corretto e consapevole il proprio extravergine. Non basta il marketing e la retorica della qualità, occorre trasparenza e conoscenza”.

    “Sono stato lusingato – ammette Paolo Pruneti – dalle parole del ministro Patuanelli che ci ha definiti come un pilota di Formula 1, per la nostra ricerca ossessiva dell’eccellenza in frantoio. Ma anche la direttrice del Dipartimento Agricoltura Usa si è detta particolarmente interessata a scoprire l’eccellenza dell’olio extravergine di oliva. E si è rivelata una consumatrice molto attenta all’alta qualità. Ha apprezzato i nostri monocultivar e promesso di sperimentare abbinamenti con vari piatti”.

    Presenti, tra gli altri, il rappresentante olandese che per la prima volta ha sperimentato l’assaggio di un “Oil Cocktail”, soddisfatto e pronto a creare drink per gli amici non appena rientrato in patria.

    Ma anche il rappresentante UAE (Emirati Arabi Uniti) è rimasto positivamente sorpreso dal cocktail analcolico con olio extravergine, a conferma che l’olio è rispettoso di tutte le tradizioni e di tutte le culture.

    Il ministro dell’agricoltura turco è stato il primo ad arrivare e, da produttore egli stesso di olio extra vergine, ha voluto approfondire tutte le caratteristiche delle collezioni Pruneti.

    Le rappresentanti di Filippine e Corea sono state colpite dai toni erbacei e dalla freschezza
    del monocultivar Leccino. Paesi non ancora grandi consumatori di olio EVO, ma molto attenti all’alimentazione e alla salute e quindi estimatori degli ingredienti d’eccellenza della dieta mediterranea, che si prestano ad un corretto abbinamento anche con piatti della loro tradizione.

    “In questi anni – conclude Paolo Pruenti – abbiamo molto investito per trasferire a tutti i pubblici in modo transgenerazionale ed internazionale la cultura dell’olio extra vergine di eccellenza e i suoi benefici per la salute ed il benessere psicofisico, che passa anche dal piacere del gusto e dell’abbinamento perfetto con i piatti di tutte le tradizioni. E’ stato interessante avere un pubblico molto speciale, che ha seguito con attenzione l’esplorazione dei nostri monocultivar e delle nostre collezioni”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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