Mi è sempre venuto il groppo in gola quando, negli anni, ho avuto a che fare con situazioni di crisi aziendali, di licenziamenti, di stabilimenti che si svuotano, di macchinari lasciati lì.
Il rumore di una fabbrica vuota è qualcosa che ti prende allo stomaco. E' il rumore del dolore, dell'incertezza verso il futuro, dell'orgoglio che si smarrisce. Salute e lavoro: due cardini della vita di ognuno di noi, spesso legati a doppio, triplo filo.
Oggi, martedì 7 febbraio, un nuovo capitolo è stato scritto nella travagliata storia della CementirSacci, "la Sacci", il cementificio del Passo dei Pecorai.
# ARTICOLO / CementirSacci, altre lettere di licenziamento arrivate: i lavoratori bloccano la SP3
La notizia delle nuove lettere di licenziamento arrivate ai lavoratori mentre erano in assemblea: "Ci ha chiamato la moglie di uno di loro per dirci che era arrivata" ci ha detto un sindacalista.
Sono volate imprecazioni. C'è stata anche qualche lacrima. Poi la decisione: tutti uniti, compatti, fuori in strada. A urlare lungo al SP3, quella strada su cui centinaia di migliaia di turisti passano ogni anno, che ci sono anche loro.
Sì, nel "Chiantishire" quel cementificio c'è da oltre cento anni. Da una vita dà lavoro e pane alle famiglie del nostro territorio.
Adesso la battaglia si fa ancora più dura. Le istituzioni, in particolare i Comuni di Greve in Chianti e San Casciano e la Regione, stanno seguendo da tempo E con attenzione il percorso. Il 9 febbraio saranno dal Prefetto insieme ai sindacati e ai lavoratori.
A loro i sindacati chiedono uno scatto in avanti, che siano istituzioni di governo ma anche di lotta. Perchè i tempi ormai sono questi. C'è da lottare senza quartiere per cercare di salvare la vita delle persone.
Il nostro giornale continuerà a fare quello che ha sempre fatto in questi anni. A informare puntualmente su tutto quello che accade attorno "alla Sacci". Ad accendere i riflettori, a parlarne, a condividere sui social, a tenere alta l'attenzione.
Appunto, l'attenzione. Una cosa mi sento di dirla, senza puntare il dito contro nessuno, ma lasciando spazio solo all'oggettività: il caso della CementirSacci non ha riscosso neanche un decimo dell'interesse che avrebbe meritato.
Da parte dei cittadini, da parte delle forze politiche nei consigli comunali. Rari e sporadici gli interventi, spesso incentrati più su beghe politiche. Mai una unità di intenti, mai attestati di solidarietà tangibili. Mai.
Insomma, pochissimo il coinvolgimento di un territorio, quello del Chianti, nel quale vivono i lavoratori della CementirSacci. Sono i nostri padri, madri, zii, vicini di casa. Ma a molti, forse, non interessa.
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