Ho letto con grande attenzione la lettera con la quale Luca Gasparri ha dato le sue dimissioni da presidente dell'Ente Festa dell'Uva (clicca qui per leggerla). E la condivido tutta, parola per parola.
Conosco Luca da anni, nei quali ho anche avuto modo di collaborare con l'Ente Festa dell'Uva all'organizzazione degli eventi che anticipano la sfilata dell'ultima domenica di settembre.
Averci a che fare è sempre stato un piacere: uomo dalla grande sensibilità, paziente, educato, rispettoso. Sorridente e tranquillizzante.
Mai, neanche per un secondo, ho avuto la sensazione che potesse fare un interesse particolare (ovvero quello del rione del quale è presidente come ho sentito dire tante, troppo volte). Mai. Mai.
Una precisazione che non sarebbe neanche da fare ma che, purtroppo, palesa uno dei tanti problemi sollevati da Luca nella sua lunga lettera.
Che non risparmia nessuno, evidenziando i limiti di una Festa che oggi, con le sue dimissioni e quelle dell'ingegner Alessandro Bonini (responsabile della sicurezza, un altro che in quanto a educazione e intelligenza non ha niente da invidiare a nessuno), corre il serio rischio di diventare una barca senza timoniere che va verso gli scogli.
Limiti che Gasparri imputa per primi ai rioni. Troppo impegnati a coltivare una rivalità che da sale della manifestazione diventa spesso una maschera troppo spessa sugli occhi. E che non fa vedere le difficoltà concrete con le quali chi si prende la briga di organizzare la Festa ha a che fare. Senza prendere un euro, ovviamente.
Frequento l'Impruneta da tanti anni, conosco i rioni e i rionali. Ne apprezzo le tantissime qualità, la volontà, la passione. E' un mondo nel quale io, sancascianese, mi trovo davvero a mio agio.
Non condivido neanche per un secondo chi ha messo in dubbio l'integrità di Luca, così come chi si ostina a non capire che questa grande festa di popolo ha bisogno della cura di tutti per poterla tutelare. Accompagnando la sana rivalità a un bene superiore, che deve essere appunto la Festa.
Con l'addio di Luca (conoscendolo dubito che tornerà sui suoi passi) e dell'ingegner Bonini, la Festa dell'Uva perde due colonne quasi impossibili da sostituire.
Un gesto, quello di Luca Gasparri, che a me sembra un atto d'amore. Sofferto, meditato, portato a compimento per togliere gli alibi a tutti. Affinchè ognuno si prenda le proprie responsabilità.
Leggetela quella lettera, e riflettete sul futuro che volete dare alla Festa dell'Uva di Impruneta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA




































