Ciao Betta.
Io ho sempre preferito chiamarti Benedetta, per intero; faccio parte di quella generazione, che è poi anche la tua, di quando non si troncavano i nomi; ma Betta ti sta comunque bene, sei sempre stata quel passo avanti con i tempi da potertelo permettere.
Volevo salutarti, per questa ultima volta, qui sulla Terra, sperando che questo mio pensiero, chi lo leggerĂ e tutti quelli che vorranno, possa accompagnarti nel tuo viaggio, lĂ dove andrai.
Ho provato a ripensare ai tempi della scuola, dei tanti anni di scuola trascorsi insieme, nella stessa classe, dei compiti a casa, spesso fatti a casa tua insieme a quel bel gruppo di compagni di scuola che eravamo; ma non ce la facevo!
Ho provato a riguardare le vecchie foto di classe, sulle scale delle elementari, prima, e delle medie, poco più tardi, ma dalla rabbia e dal dolore ho preferito non insistere; quello era un mondo che da troppo tempo non ci apparteneva più: nel frattempo siamo cresciuti, ognuno ha preso la propria strada, lavoro, figli, nipoti, insomma … la vita.
E poi quello schianto terribile, assurdo, beffardo, che la vita te l’ha portata via.
C’è un’ingiustizia in queste tragedie che diventa sempre più insopportabile, a qualsiasi età e a maggior ragione quando una parte di quella vita l’abbiamo percorsa insieme, da compagni di scuola, da amici o semplici vicini di casa.
E’ grande il dolore, e grande sarà il vuoto che lascerai. Vola alto, Betta, vola alto su quel mare che tanto amavi e dove chi ti ama, ora, ha scelto di accompagnarti a riposare, per sempre.
Quando vorremo portarti un pensiero e un saluto sapremo dove sarai, oltre che sempre nei nostri cuori.
Riposa in pace.
Un vecchio amico
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