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sabato 20 Aprile 2024
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    “Monte San Michele, il Comune di Greve riveda l’amacronistico bando per gestione trentennale”

    "Propongo a chi ama San Michele e il territorio nel quale viviamo, la costituzione di un soggetto terzo per presentare la candidatura di Monte San Michele ad area protetta"

    Il Ministro Costa, intervenendo al III Forum Nazionale “La Bioeconomia delle Foreste” di Legambiente, ha, tra l’altro, dichiarato: “Creare nuove aree protette è una delle mie priorità … Sto quindi spingendo per la creazione di nuovi Parchi nazionali, ingolosendo i territori dal punto di vista economico. È pur vero però che alcuni territori non sono pronti a fare questo salto di qualità, e percepiscono il Parco nazionale come un vincolo allo sviluppo e non una opportunità. Per questo sto dialogando incessantemente con le regioni e  chiedo a Legambiente di affiancarmi in questo confronto, per dimostrare che l’istituzione di un Parco nazionale non costituisce un vincolo”.

    L’intervento del Ministro Costa arriva al momento giusto per contribuire a definire meglio quello che alla fine per il comune di Greve in Chianti è il “problema” Monte San Michele.

    Leggiamo che il Comune presenta l’ennesimo bando per affidare la struttura che l’oggetto del bando definisce “alle pendici dei Monti del Chianti”.

    Non conosco la paternità di questa affermazione, ma la proprietà del comune si trova intorno alla cima (e comprende anche questa) di monte San Michele che con i suoi 892 metri di altezza, è la vetta più alta dei Monti del Chianti. Non proprio alle pendici della catena montuosa.

    Ad oggi, mi risulta, nessuno ha rilevato questa inesattezza e questo fa capire quanto purtroppo Monte San Michele sia ancora poco conosciuto.

    Il Comune di Greve in Chianti ha la fortuna di essere proprietario di circa 100 ettari (oltre a circa 20 ettari in comodato gratuito pluriennale di una proprietà della Diocesi di Fiesole) di un’area appunto sulla vetta del monte, comprendente anche una struttura, da molti anni adibita ad ospitalità, ed una piccola chiesa.

    Mi preme ricordare che i monti del Chianti sono SIC / Natura 2000, fanno quindi parte della rete europea di aree vocate alla conservazione e tutela della biodiversità.

    Il sentiero CAI 00 di crinale dei monti del Chianti ripercorre l’antica via etrusca che collegava Fiesole a Volterra. Durante il Medio Evo Monte San Michele ha vissuto un’esperienza monastica che ha portato sul monte i primi impianti di conifere.

    In epoche più recenti le strutture sono state riconvertite in fattoria e a scopi produttivi sul monte sono stati fatti importanti impianti di conifere non autoctone, douglasie che conferiscono oggi a gran parte della proprietà pubblica un ambiente forestale degno di considerazione e sicuramente da non liquidare con la poco appropriata espressione “privo di rilevanza naturalistica”.

    Infatti la presenza di conifere e gli spazi aperti, ex coltivi, ora arbustivi, costituiscono il mosaico ambientale perfetto per una ricca presenza di avifauna che potrebbe rendere possibile la candidatura di Monte San Michele a ZPS: Zona di Protezione Speciale, le aree più protette e prestigiose della Rete Natura 2000.

    Per necessità di sintesi mi limito a queste poche pennellate che mi auguro siano sufficienti a far capire l’importanza di questo prezioso bene comune che il comune di Greve in Chianti possiede, dove storia e natura, antropizzazione, flora e fauna hanno dipinto un grande affresco.

    Il Comune di Greve in Chianti ha questo Bene da quasi cinquant’anni, ma è sempre stato abbastanza in affanno nel gestirlo.

    Recentemente si è accentuata la tentazione di “metterlo a reddito”: sulla vetta sono presenti antenne di vari gestori (per i quali sono stati compiuti tagli di conifere anche recentemente) che pagano un affitto; per la struttura da diversi anni escono bandi (che prevedono anche gestioni di lunga durata) nel tentativo di dare in gestione a privati la sola struttura, in cambio di un canone di affitto.

    Il resto della proprietà non ha per ora mai visto grandi progetti e l’area è alla mercé di motocrossisti e altro.

    Frequentata tantissimo anche da appassionati di picnic al fresco in estate e in tutte le stagioni da solitari moderni pellegrini magari inconsapevoli di ripercorrere l’antica via etrusca! In sostanza questa meravigliosa proprietà ha rappresentato quasi un peso per le amministrazioni che si sono succedute nel corso di questo periodo.

    Si può leggere soltanto così la previsione, “strategica” per l’intero territorio comunale, per la realizzazione sul monte San Michele di un Parco Avventura, inserita nel recente nuovo Piano Strutturale/Operativo del comune di Greve in Chianti.

    Grazie alle osservazioni del Circolo Legambiente Chianti Fiorentino parzialmente recepite nella stesura definitiva del Piano Operativo la previsione è mitigata in Parco Avventura o Bioparco. Comunque anche questa previsione riguarda soltanto, come fanno notare il Circolo Legambiente e la Regione Toscana nelle osservazioni, l’utilizzo della struttura e di una porzione di douglasieta e non è espressa alcuna previsione per la restante maggioritaria parte della proprietà.

    Mi rendo comunque conto che un piccolo comune non può essere in grado di gestire un così importante bene comune.

    La proporzione è pari a comune di Torino/Residenze Reali Sabaude, in quel caso affidate ad un ente terzo consortile.

    Nel nostro caso il valore ecologico dell’area ha le caratteristiche per la candidatura ad area protetta. Recentemente anche una parte dell’opposizione in consiglio comunale ha espresso critiche sull’ultimo bando.

    A mio modesto avviso il territorio è fertile per lavorare ad ipotesi nuove rivolte al futuro e ben vengano i giovani in veste di protagonisti!

    Raccolgo quindi ben volentieri l’appello del ministro Costa e chiedo all’amministrazione comunale di Greve in Chianti di “rivedere” l’anacronistico bando trentennale , e propongo a chi ama San Michele e il territorio nel quale viviamo, la costituzione di un soggetto terzo per presentare la candidatura di Monte San Michele ad area protetta.

    Personalmente mi impegno a ricercare in Legambiente la disponibilità a lavorare,comunque, per il raggiungimento di questo obiettivo.

    Viola Viligiardi

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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