In questo periodo si sente un ministro “blaterare” sul problema della scarsa natalità.
Questo tema lo mise in atto un suo predecessore attuando una campagna demografica in funzione di braccia da mandare al macello in guerra e alla colonizzazione dei territori dei Paesi occupati.
La popolazione alla quale si rivolgeva lo Statista era prevalentemente contadina e in sottomissione al Clero, in quanto più figli più possibili seminaristi, e ai possidenti agrari che vedevano in ciò braccia da lavoro e famiglie contadine da allocare.
In più dava un premio alle famiglie più numerose. Le donne erano considerate delle “fattrici”.
Tant’è che nel lessico culturale del tempo i lavori della donna in seno alla famiglia erano detti “lavori donneschi”.
Già nelle avventure di Pinocchio l’autore dice che un figlio è un gioiello costoso… .
Al giorno d’oggi la situazione socio economica è notevolmente cambiata in quanto c’è stato un notevole cambiamento socio culturale e le donne sono in grado di decidere autonomamente se e quando avere un figlio.
Prima di tutto se la donna ha un lavoro il problema può sorgere col “datore”, poi e non ha nonni disponibili e strutture adeguate va incontro a spese notevoli con baby sitter e quindi rinuncia e dedica il suo tempo ad altre occasioni.
Quei discorsi vanno bene per coloro che dispongono di mezzi economici e sociali, dove un figlio non è un peso economico.
Prima di lanciare messaggi pensino a dare alle famiglie con figli assistenza e aiuti economici, forse allora ci sarà qualche culla con un neonato.
R.B.
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