SAN CASCIANO – Nelle foto, scattate dal bravissimo Fabrizio Gaeta, "Si fa presto a dire olio…", l'incontro e piccola degustazione a cura di Sveva Nardella svoltasi domenica 10 novembre nell'ambito del Florence Wine Festival.
Sono intervenuti Massimiliano Pescini (sindaco di San Casciano); Filippo Falugiani (AIRO, associazione nata a San Casciano con l’obiettivo di incrementare la presenza a tavola di olio di qualità attraverso la creazione di una rete di relazioni, contatti e collaborazioni fra agricoltori e professionisti della ristorazione); Lorenzo Palazzoli (medico); Lamberto Baccioni (AgriVision); Franco Pasquini (ANAPOO). Moderatore: Lorenzo Sciadini (esociety).
"Nel pronunciare la parola olio – dice Sveva Nardella – il viso si compone intorno a uno stupore tondo, quasi alla rivelazione di un segreto. L'origine parte da una pianta solitaria, indomita, argentea e imprevedibile. Ogni olivo racconta la sua storia. E' l'albero meno uguale ad ogni altro albero del mondo".
"Quando si osserva un oliveto – prosegue – si guarda un popolo, una razza. L'olivo si intreccia col vento dei poggi, si fa forza dall'aridità, cattura con tutto se stesso la potenza del sole. L'olio e' un mistero, un balsamo primordiale. E' sacro e santo. Esso arde e illumina, agevola il movimento e facilita nelle difficoltà".
"E' l'insegnamento estremo di una solitudine pura e generosa – conclude – l'espressione della saggezza dell'incontro della terra con se stessa. L'olio è sincero e genuino. In quest'epoca di contaminazioni, violazioni, storture intellettuali, l'olivo vuole mantenere le proprie curve, l'estroversione della propria difficoltà e preservare nella sincerità della sua vita la trasformazione in olio. L'olio è vivo e buono. Da nuovo e inesperto si poggia su se stesso, muta di colore e attende…".
"Il lavoro dei giovani appassionati fondatori di AIRO – tiena a sottolineare il sindaco di San Casciano Pescini – è importante per diversi aspetti. Il primo è l'innovazione nei rapporti tra produttori e ristoratori, diretta e informata. Ci permetterà una diffusione capillare della cultura dell'olio, della conoscenza delle sue caratteristiche e dei suoi sapori, oltre che del grande lavoro che c'è dietro la ricerca della qualità nel settore".
"Il secondo – dice ancora il sindaco – è il coinvolgimento dei consumatori, che possono essere maggiormente coinvolti nella conoscenza dei meccanismi e dell'infinita passione che alimentano il settore dell'olivocoltura".
"Il terzo – conclude – non meno rilevante degli altri, è la creazione di una rete di esperienze e di capacità che renda tutti i protagonisti della filiera olivicola più consapevoli e attivi nella promozione e divulgazione del prodotto e delle sue peculiari caratteristiche. Senza l'olio di qualità, la cucina toscana e italiana non esisterebbe".
di Redazione
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