IMPRUNETA – Il Chianti mette insieme i cipressi, il genio del più grande enologo del secolo scorso, Giacomo Tachis, la sana follia lungimirante di produttori di vino, il terreno ghiaioso e argilloso ricco di alberese e galestro in un paesaggio da favola.
Mescola tutto con amore, passione e perseveranza. E’ il caso del costruttore imprunetino Simone Torresi, che è riuscito ad abbinare l’artigianalità delle mani con i lunghi silenzi della natura del territorio.
E, con sapienza, fa rivivere la pietra, unendola alla natura circostante per dargli un’anima.
Rustici, case, borghi, strade, parola d’ordine armonia, il fil rouge che tiene legato Simone Torresi al suo territorio, il famoso costruttore esperto di interventi nella parte principale del Chianti che va da Firenze e Siena: fra Castellina e Greve in Chianti, Radda e Gaiole in Chianti, dove i colori della campagna sono magnifici in ogni stagione.
“Quello che per gli altri è lavoro per me è passione – racconta Torresi – che nasce dall’attività di famiglia. Mio padre, imprenditore dell’azienda di scavi e movimento terra, e mio zio nell’edilizia. Ho portato avanti la Torresi Scavi studiando la morfologia del territorio, le forme che costituiscono il rilievo del territorio, investigandone l’origine e l’evoluzione. E oggi, con mio figlio Lorenzo, cerco di abbinare le grandi tradizioni che vivono solo se diventano dinamiche, perché i cambiamenti dei tempi e gli stili si modificano in modo vertiginoso”.
“Ma sono stati la particolare geomorfologia, il clima e le attività agro-forestali della mia terra a determinare l’attuale paesaggio vegetale del Chianti – sottolinea – A tal proposito ho fatto mio il concetto del famoso architetto Christophe Desplanques – Ecole d’Architecture et de Paysage de Lille – che dice La campagna toscana è stata costruita come un opera d’arte. E, riferendosi ai toscani, Questa gente si è costruita i suoi paesaggi rurali come se non avesse altra preoccupazione che la bellezza”.
“E quindi – racconta ancora – sono diventato un edile innamorato e appassionato della mia terra, il Chianti… impiegando esclusivamente materiali locali nel rispetto delle metodologie costruttive originali al fine di non alterare in alcun modo il carattere del luogo come per i terrazzamenti in pietra, che sono di importanza storica/estetica nel modellamento del paesaggio. Usando un mix di pietre che riprendono la muratura tipica della toscana, anche perché, dalle nostre parti, troviamo ancora cave in attività ed esistono testimonianze di escavazione fin dal XVIII secolo”.
“E in questa terra – viene al punto – armoniosamente, abbino anche la bellezza della solidarietà verso chi aiuta, chi è presente, verso la “disabilità” che io voglio chiamare “abilità speciale”, fatta di grinta e di coraggio”.
“Su invito di Simone Vannuzzi – racconta – istruttore e tecnico di pugilato, mi sono avvicinato alla boxe, alla Dinamika Special Boxe Porta Romana, una nuova palestra voluta dal Comune di Firenze. Special Boxe perché è speciale per atleti speciali, un atto sociale dove lo sport “combatte” una sfida speciale, in quella disciplina che non a caso viene definita nobile arte”.
“Dove spesso capita che i protagonisti siano campioni di vita e coraggio – riflette – oppure (come in questo caso) atleti veri capaci di prendere a pugni il destino e la sorte, le limitazioni e le condizioni di handicap, trasformando l’esistenza in carrozzina in una sfida piena di passione e, perché no, di competizione”.
“Insomma – riprende – la boxe come “riscatto sociale“ e ragione di vita. La mia è stata un’autentica scoperta, un nuovo orizzonte per stare con persone che ritrovano l’autostima credendo di più in loro stesse attraverso la boxe per portatori di handicap, sport che assume diverse forme, adattandosi alle esigenze individuali attraverso discipline specifiche”.
“Sono felice di avere incontrato uno sport “speciale” – conclude – che rappresenta un pilastro fondamentale nella vita delle persone con disabilità, contribuendo non solo al miglioramento della salute fisica, ma anche alla promozione del benessere psicologico e sociale”.

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