SAN CASCIANO – “La Licena”. Senza cognome (per la cronaca, comunque, Cocchini). Punto. Se dici queste due parole a San Casciano, a Cerbaia, a Mercatale, sanno tutti (o quasi) di chi si parla.
Quel banco del pesce nei mercati settimanali, e poi il mercoledì e il venerdì a San Casciano: appuntamento fisso, immancabile e irrinunciabile, per tantissime famiglie.
Per il pesce, certo. Ma anche per fare due chiacchiere, farsi dare una ricetta, rinforzare quel senso di comunità che spesso, proprio davanti al banco del mercato, si cementa.
Perché “La Licena” quel furgone non lo abbandonava neanche per un istante. Come il comandante sul ponte di una nave.
Aveva dovuto lasciarlo definitivamente da un po’, per motivi di salute. A raccoglierne l’eredità il figlio, Marco, che dalla mamma ha imparato a vendere il pesce, certo, ma anche a star bene con le persone.
Da ieri, venerdì 15 novembre, Licena non c’è più. Ma Licena, con la sua semplice simpatia, la battuta sempre pronta, l’umanità profonda, ha fatto la cosa più semplice e più difficile di tutte: si è fatta voler bene dalle persone.
Ha trasmesso al figlio anche quella che è l’arte di pulire, tagliare, sfilettare, sempre senza mai smettere di chiacchierare con i clienti. Che per questo banco del pesce sono più una sorta di famiglia allargata.
“Faccio questo lavoro da sempre – ci aveva raccontato una volta Licena – la prima volta che sono venuta a vendere il pesce con il mio babbo Angiolino a San Casciano avevo sei anni. Quando è venuto a mancare, ho preso in mano il tutto, sono andata anche a prendere la patente per guidare il furgone”.
Negli anni le si era affiancato il figlio. Che ha raccolto il testimone e porterà questo furgone del pesce nel presente e nel futuro.
Anche lui sa benissimo di cosa si tratta quando si presenta qualcuno e chiede “la rottamazione”, ovvero un mix di pesce per una pastasciutta o un risotto. Pulito e preparato a regola d’arte. Partendo anche da cinque euro.
Perché dalla Licena il pesce è sempre stato un qualcosa che tutti devono potersi permettere: “Al mercato – ci aveva raccontato ancora – scelgo il pesce alla portata della mia clientela. Se c’è chi mi chiede ostriche, astice, aragoste non ci sono problemi, ma di normale vendo un prodotto che si possono permettere tutti”.
Pesce che, a volte, regalava pure. Una tradizione infatti era quella di donare una sogliola alla mamma che si presentava ad acquistarla la prima volta per il suo bambino. Bambini che le facevano anche i disegni, di lei al banco, che finivano appesi dietro alla postazione di lavoro.
Competenza, passione, umanità e simpatia: “la Licena” è stata una presenza fissa nella vita di tanti. Che è anche riduttivo chiamare clienti.
Da chi le prendeva qualcosa da mangiare, una spremuta, a chi le portava il caffè, o svolgeva qualche commissione. Fino a chi si presentava con un po’ di acqua calda, per farle immergere le mani, provate dal freddo.
E’ stato splendido Licena. Davvero. Un bacio e un abbraccio ti giungano, ovunque tu sia.
Chi volesse dare l’ultimo saluto a Licena potrà farlo oggi, sabato 16 novembre, in mattinata: la troverà esposta a casa sua (qui l’indirizzo esatto). Nel primo pomeriggio sarà cremata, secondo le sue volontà.
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