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martedì 9 Settembre 2025
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    Clown Pasticca (Paolo Mazzinghi) e la cultura del sorriso: un investimento sul benessere e la felicità

    A chiudere in bellezza la Festa del Volontariato Sancascianese, un approfondimento sulla figura di chi è (da anni) impegnato nel progetto e nell'attività di clowncare

    SAN CASCIANO – Un naso rosso nel taschino, pronto per l’uso, magie, palloncini e pupazzi a portata di gag, uno sguardo spensierato, consapevole che non dà scampo a coloro, tra grandi e piccini, che si trovano per una qualche strana, bizzarra casualità, ad incrociare il suo orizzonte di allegria costantemente aperto all’incontro, al dialogo, alla condivisione.

    Clown Pasticca, alias Paolo Mazzinghi, è stato un po’ la “mascotte senior” della diciannovesima edizione della Festa del Volontariato Sancascianese, conclusasi domenica 7 settembre.

    Sempre presente, con il sorriso spontaneo, naturale, gli scherzi improvvisati e quelli studiati a tavolino, i baci e gli abbracci cercati e lanciati per emozionare, incantare e trasmettere quel senso di meraviglia che trae nutrimento dalla risata e dal contatto umano.

    L’ironia e l’altruismo della poetica di Paolo Mazzinghi sono stati un po’ il punto di riferimento, il “filo rosso” della rassegna, promossa e realizzata da ventiquattro associazioni locali, che ha incentrato il focus per l’edizione 2025 sulla clownterapia-clowncare, mettendo in primo piano il patrimonio di valori che è insito nella cultura del sorriso, nel condensato di empatia che si manifesta attraverso un’espressione del viso e dell’anima che fa bene a noi stessi e soprattutto a chi ha più bisogno perché comunica, dialoga, condivide un’emozione, uno stato d’animo.

    Clown Pasticca, da anni legato al territorio del Chianti ed in particolare a San Cascianodove ha svolto e realizzato molteplici attività di volontariato in collaborazione con il Comune ed alcune associazioni locali tra cui A.B.C. Bambini Cri du Chat, presieduta da Maura Masini, ha stimolato e promosso il leitmotiv della kermesse.

    La qualità professionale e umana di Mazzinghi ha fornito la giusta ispirazione ai volontari e alle volontarie che si sono occupati dell’organizzazione e della programmazione artistica: come Ilaria Manzati, Emanuele D’Avino, rispettivamente presidente e vicepresidente della Festa.

    Giulia Belloni e Francesco Guarducci e tanti altri giovani e adulti, impegnati nel bar e nell’area gastronomica, volontari che hanno permesso la realizzazione dell’iniziativa.

    La Festa del Volontariato Sancascianese ha infatti stabilito di destinare il ricavato della maratona dei nove giorni di eventi allestiti nell’area del Parco “Dante Tacci” del Poggione a tre delle più importanti realtà toscane che si occupano di clownterapia: VIP (Viviamo In Positivo) Firenze OdV, Soccorso Clown s.c.s e Clowncare m’illumino d’immenso Onlus.

    Per siglare in bellezza la Festa di tutti abbiamo rivolto a Paolo Mazzinghi qualche domanda per approfondire temi, percorsi e attività che svolge con passione nel progetto di clowncare, divenuto per lui un investimento sulla felicità, argomenti che sono stati affrontati nell’evento centrale della Festa “Un sorriso mille storie” dello scorso giovedì.

    Come viene percepita la figura del clown in corsia?

    “Come una fonte di allegria ma di là di questa visione un po’ superficiale ci sono riscontri, evidenze concrete e dati scientifici che dimostrano come la clownterapia non sia solo intrattenimento, ma una vera e propria tecnica di cura con benefici misurabili”.

    In che modo i risultati si riflettono nelle storie e nelle emozioni che come clown e volontario ha modo di sperimentare sul campo?

    “Gli effetti benefici del pensiero positivo e le emozioni che nascono dal sorriso non sono solo un’impressione, hanno una base scientifica. Quando ridiamo e siamo felici, il nostro corpo rilascia sostanze che incidono direttamente sul benessere – endorfine, riduzione del cortisolo, rafforzamento del sistema immunitario. Ci sono studi che documentano i risultati concreti della clownterapia, fra questi ricordiamo quelli di Laura Vagnoli del Meyer e di Alberto Dionigi della Federazione Nazionale Clowndottori”.

    Nell’affiancamento all’intervento medico, quanto sono importanti la formazione e la tecnica nella clowncare che peraltro richiama l’I care di don Milani?

    “La formazione e la tecnica sono importanti come il cuore e l’empatia, credo che tuttavia da soli non bastino, è fondamentale per un bravo clown la capacità di ascoltare”.

    Come nasce la sua avventura?

    “La mia avventura clown nasce da un percorso formativo personale, poi indirizzato verso un’attività sul campo: negli ospedali, nelle RSA, nei campi profughi, nelle zone terremotate, con i disabili…Normalmente colleghiamo i clown ai bambini, ma non dimentichiamo gli anziani, gli adulti, ho svolto la mia attività per ragazze e ragazzi malati oncologici, disabili, anziani e anziane ospiti di Rsa e pazienti psichiatrici”.

    Tra le esperienze che ha fatto vuole ricordarne qualcuna in particolare?

    “Quella che ho fatto con i bambini dei campi profughi Saharawi e con i clown del Circus Gaza, ai quali abbiamo fatto formazione e con cui abbiamo collaborato nei reparti prima che l’ospedale fosse distrutto dopo il 7 ottobre 2023. Per questo chiedo un pensiero, un abbraccio e un applauso per quei clown che, anche sotto le bombe, stanno continuando a portare un sorriso ai bambini di Gaza e in tutte le parti del mondo dove c’è guerra”.

    CHI E’ PAOLO MAZZINGHI

    Laureato in Storia dello Spettacolo all’Università di Firenze, ha lavorato a lungo in Autostrade per l’Italia come responsabile IT.

    Da sempre attivo nel volontariato, ha intrapreso la clownterapia dal 2007 collaborando fra l’altro dal 1999 con l’associazione Cri du Chat e nel progetto Tamponi Covid a San Casciano (2021). Ha partecipato a diverse missioni all’estero (Saharawi, Gomel-Chernobyl, Gaza), nelle zone terremotate e campi di sfruttamento.

    Ha operato in numerosi ambiti di cura e fragilità – pediatria, oncologia, psichiatria, dialisi, RSA, handicap – coniugando esperienza di volontario, artistica e umana.

    Ha scritto e portato in scena due spettacoli originali, Nasi rossi in cartella e Nasi rossi in concerto.

    E’ formatore per nuovi clown dottori e volontari e redattore della testata internazionale Pressenza da ottobre 2024.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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