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mercoledì 16 Luglio 2025
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    Francesco Nidiaci, fra storie e curiosità: “Vi racconto il mio… Festival di Sanremo”

    Il tavarnuzzino, speaker storico di Radio Rosa, ci parla dell'ultima edizione: "Otto giorni... sulle montagne russe"

    TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – Sarebbe riduttivo definirlo "solamente" speaker radiofonico. Perché ormai Francesco Nidiaci, tavarnuzzino doc, rionale mariano stra-doc, è davvero un personaggio a tutto tondo.

     

    Radio (Rosa), televisione (TVR Più), musica e Fiorentina… e non solo: anche quest'anno ci ha accompagnato, in diretta, da Sanremo, facendoci vivere il Festival della canzone italiana.

     

    Lo abbiamo incontrato al ritorno dalla città dei fiori. E, una volta scaricata l'adrenalina (quest'anno ha pure seguito la finale dalla galleria riservata ai giornalisti), ci ha raccontato…il "suo" Festival

     

    Francesco, inizia raccontandoci un po' il clima-Festival…

    "Innanzitutto il Teatro Ariston è piccolo. Anzi è proprio la città di Sanremo ad essere in miniatura: diventa grande solo per la settimana del Festival, quando viene invasa da migliaia di giornalisti, fotografi, radio, tv. E gente comune a caccia di un autografo, di un cantante, o di un qualsiasi personaggio dello spettacolo… che sia comparso almeno una volta in televisione”.

     

    Come si svolge il "tuo" Festival?

    “Arrivo il sabato prima del Festival e torno a casa il lunedì: sono otto giorni fuori dal mondo. Ho visto creare dal nulla spazi espositivi, palcoscenici, stands piu disparati, svaniti di botto la domenica mattina dopo il festival".

     

    Un mondo parallelo insomma…

    "Come se fosse un luna park che arriva in uno spiazzo, vengono montate le giostre per una settimana e la mattina dell'ottavo giorno non resta più nulla. Quest'anno l'impegno di Radio Rosa è stato davvero da “big-radio”. Abbiamo trasmesso dieci ore al giorno per tutta la settimana da un negozio preso in affitto a dieci metri dall'Ariston, proprio di fronte alla vetrina di Rtl".

     

    C'è lo zampino anche… di un grassinese in tutto ciò.

    "Certo! L'organizzazione impeccabile è del Gatto, all'anagrafe Daniele Ceccherini, speaker e da sempre mattatore del programma “ManiKomio 77” al suo quindicesimo festival di Sanremo. Quest'anno ha fatto sì che avessimo, oltre alla vetrina sull'Ariston per le dirette (predisposta per suonare musica dal vivo), anche un secondo studio situato in un attico nell'attigua piazza Colombo. Che fungeva da redazione, post produzione, monitoraggio del segnale Sanremo-Firenze, e collegato costantemente con la sala stampa del Palafiori e con una postazione mobile. Eravamo un gruppo di dieci persone tra speakers e tecnici”.

     

    Insomma, per Radio Rosa un Festival alla grande. Raccontacelo un po'…

    “Un'esperienza incredibilmente fuori da ogni schema. Gli orari sballano completamente, le abitudini stravolte, ceni alle due di notte e pranzi tra una conferenza stampa e l'altra, muovendoti a piedi o in taxi per raggiungere gli alberghi o i luoghi piu disparati dove hai un appuntamento per un'intervista con un cantante di rientro dalle prove. Costantemente stanco o di fretta. Ma il bello di Sanremo è proprio questo; trovarsi a vivere delle situazioni che in nessun altro luogo potrebbero accadere: prendi il caffè al bar con Red Ronnie, ceni vicino al maestro Peppe Vessicchio, ti senti chiedere permesso da Morgan dei Bluvertigo, rubi due parole a Ruggeri mentre scende da un van per andare in albergo. O gridi un “Forza Viola” a Gaetano Curreri che si volta rispondendo… “Sempre”".

     

    Insomma, un mondo a parte…

    "Poi a 400 metri dall'Ariston c'è il Palafiori, la struttura che ospita all'ultimo piano la sala stampa radio-tv e ai piani inferiori “Casa Sanremo” (una specie di fiera campionaria con una parte accessibile solo con il pass). Ecco che ti trovi immerso in una eclettica bolgia di fantomatici impresari, cantanti alla ricerca del contratto della svolta, vallette dimenticate pronte per una seconda occasione, cabarettisti, madrine dei piu disparati concorsi, personaggi noti del mondo dello spettacolo che vengono invogliati ad assaggiare prodotti tipici lucani, calabresi o scaglie di pecorino dell'Abruzzo".

     

    Un circo barnum…

    "… E poi i sosia di Pavarotti, Laura Pausini , Renato Zero, George Clooney alla ricerca delle telecamere accese di emittenti locali, mentre resti impigliato in qualche cavo di microfoni o ti incastri tra la tanta, tantissima gente comune che sorride, che si chiama a voce alta, che scatta foto o che chiede disperatamente un pass per intrufolarsi da qualche parte con l'amica che intanto si è accaparrata un posto alle transenne davanti all'Ariston. Già, c'è anche il Festival, cioè la gara canora da vedere su Raiuno, ma passa in secondo piano, è meglio restare fuori dai ristoranti in piazzetta a caccia di qualche autografo".

     

    Ma per chi lavora deve essere un caravanserraglio sfibrante…

    "Per chi lavora la situazione è leggermente diversa: oltre al turno in diretta e l'organizzazione del proprio programma, l'agenda si riempie di appuntamenti per interviste con i cantanti (spesso posticipate o rimandate), conferenze stampa da seguire, indirizzi mail, appunti su alberghi degli artisti, orari prove, ospiti della serata e numeri di telefono scritti o dettati da qualcuno al volo. Vivi a mille all'ora, senza tregua, dormendo in media quattro ore per notte e correndo tutto il giorno. Perdi la cognizione del tempo e dei giorni".

     

    Fino a che…

    "Poi d'un tratto tutto finisce ma non te ne accorgi subito: viene proclamato il vincitore del Festival, ti ritrovi in sala stampa ad ascoltare l'ultima conferenza, prendi un caffè alla macchinetta automatica mentre saluti i colleghi conosciuti in questi giorni, poi ti lasci alle spalle la porta della sala stampa e prendi come sempre la scala mobile. Tre ore dopo non c'è piu nulla. La domenica mattina tutto è cambiato: sull'Ariston c'è la scritta “Domenica In”, il Palafiori è un viavai di operai che smontano pannelli e portano via sedie, per le strade ci sono persone con valigie e zaini che vanno verso la stazione o il parcheggio libero di Porto Sole. C'è da smontare lo studio della diretta. L'avventura fantastica e eccitante di Sanremo è finita. Riponi il tuo pass nello zaino, prendi le tue cose e speri che non ci sia coda… in A10".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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