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lunedì 14 Luglio 2025
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    Due chiacchiere alla macelleria Pecci dove c’è tempo di fermarsi, raccontarsi

    "Sancascianesi di mestiere" visita un negozio centenario che resiste ai tempi che cambiano

    SAN CASCIANO – A distrarsi dal bancone del negozio si rischia di dimenticarsi dove siamo entrati. Madri, nonne, padri e mariti passano da qui per due chiacchiere ed un saluto, appoggiano borse della spesa troppo pesanti, lasciano messaggi per le figlie, i nipoti o le mogli che intanto sono andate a Messa.

    Ad ogni modo, alla Macelleria Pecci non si ha l’impressione del banco frigo anonimo con pezzi di carne che ti guardano rossi e più o meno sconsolati. Chi compra qui ha tutta l’aria di voler fare una coccola ai propri cari con la ciccia giusta e genuina e di voler bene alla propria pancia oltre che ad una tradizione di carnivori tutta toscana che cerca la qualità.

    “Sono nato a San Casciano – esordisce Gino Pecci – sono un Sancascianese puro e ho lavorato sempre in questo paese. Questo negozio era di Niccolò Francolini, che nacque nel 1812. Rimase a lui e ci mise questi marmi, poi lo prese il Bandinelli e nell’80 noi. S’aveva una polleria in Piazza delle Erbe, aperta nel ’62 e chiusa nel ’92, quindi per 12 anni s’è avuto entrambi i negozi insieme. Qui ci si lavorava io e il mio cognato. Di sopra la mia sorella e la mia moglie”.

    “Sarà un caso, ma le macellerie e i forni – procede – sono i negozi più vecchi di San Casciano”.
    Ed in molti casi resistono in mano sancascianese.

    “Questo lavoro – racconta Gino – l’ho fatto fin da quando ero bambino. Il mio babbo prese questo negozio che facevo il militare e sognavo d’entrare nell’Arma dei Carabinieri, ma ho fatto e faccio volentieri il mio mestiere”.

    “Nel frattempo – afferma Gino – i Sancascianesi sono cambiati”. “…E San Casciano – aggiunge la moglie Donatella Verdolini – è sempre più un dormitorio! Vai in giro la mattina e il pomeriggio e non c’è proprio gente. Partono di giorno e tornano la notte per dormire”.

    “Per ogni cliente anziano che ci lascia – prosegue Gino – i commercianti di paese non perdono una sola persona, ma una famiglia intera. È il mondo che cambia e le botteghe tendono a sparire. A San Casciano aprono e chiudono, perché non interessa più la qualità ma la velocità… prendere e scappare. Se San Casciano è cambiato è di sicuro perché son cambiati i Sancascianesi, anche perché ce n’è rimasti pochi”.

    Forse è proprio per questo che in questo negozio si respira un’aria di buono: perché qui dentro al Borgo Sarchiani di chi non ha fretta sopravvive e c’è tempo di fermarsi, raccontarsi, chiacchierare.

    “Questa strada è la più bella di tutte – interviene Donatella – ma sta morendo e quando c’è qualche manifestazione siamo sempre lasciati fuori. Che momenti quando c’era la Stianti, suonava la sirena al tocco e usciva il mondo e tutte le donne con la loro vestaglia blu!”.

    “Il lavoro purtroppo è sempre in calo – sostiene Gino – come per me anche per gli altri negozi. Il contatto col cliente abituale resta splendido e il rapporto tra commercianti è buono con tutti, non solo con quelli di Borgo”.

    “I ricordi più belli – precisa – sono di quando c’erano Giorgio, il Cenni, il Bencini ortolano, il tappezziere Massoli e il vecchio proprietario del negozio d’alimentari vicino a casa mia. E poi la Ginetta, Tito del Leoncini, Lindoro e così via”.

    “Mi auguro ci sia un miglioramento generale per tutti”, conclude, ricordando con un breve cenno i tempi in cui il negozio ospitava anche una cabina telefonica e si veniva qui per telefonare.

    Sta nei pro e nei contro del nostro paese il fatto di conoscersi tutti, di non poter avere neanche un mezzo segreto. Qui le generazioni si intrecciano e ci si riconosce per parentela, tanto che a ricostruire chi siamo talvolta c’è il caso di perdersi, ma alla fine, per una via o per l’altra, arriviamo sempre a scovare anche le identità più misteriose.

    Ecco, se c’è un posto in cui si respira ancora un’aria di cui siamo nostalgici si trova in Via Borgo Sarchiani numero 6. Basterà trascorrerci qualche minuto per prendersi milioni di complimenti e rispondere a tutte le domande sulla discendenza genealogica che ci ha permesso di calpestare questa terra e di mescolare il nostro sorriso a quelli di chi è sancascianese da più tempo di noi.

    Ed è qui, in queste botteghe che ci passano di mente mentre corriamo indaffarati tra i mille impegni quotidiani, che ci ritroviamo bambini, affamati, curiosi e vogliosi di vivere ancora insieme come allora, in questi spazi che resistono… non sempre grazie a noi.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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