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mercoledì 16 Luglio 2025
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    Bocconi avvelenati, allarme rosso: trovate esche con chiodi e spugne fritte

    A Barberino e Sant'Appiano. Il vicesindaco Pastori: "Intensificheremo i controlli per arginare il fenomeno"

    BARBERINO VAL D'ELSA – Mentre a San Casciano si stanno aspettando (ci vorranno ancora alcuni giorni) i risultati delle analisi su due bocconi trovati lungo il corso della Pesa da una signora a spasso con i suoi due cani, a Barberino l'allarme esche avvelenate (e potenzialmente mortali) risuona alto.

     

     

     

    E’ stata infatti confermata la presenza di esche avvelenate individuate nelle aree di Barberino Val d’Elsa e Sant’Appiano.

     

    I risultati sono relativi ai due rinvenimenti di bocconi avvelenati da parte dei carabinieri della Forestale.

     

    Dalle prove eseguite dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Toscana è emerso che un boccone è stato realizzato usando formaggio e carne, confezionato con spago infarcito di numerosi chiodi da falegname e tappezziere (la foto in alto è d'archivio, a scopo esemplificativo).

     

    Per questo motivo il boccone è stato ritenuto nocivo in caso di assunzione. Le altre esche sono state definite, a seguito degli esami macroscopici e ispettivi, spugne fritte, anch’esse dannose per la salute e la vita stessa degli animali.

    “E’ un atto da condannare – dichiara il vicesindaco Giannino Pastori –  un gesto inaccettabile messo in atto da persone crudeli, prive di scrupoli, criminali veri e propri che rischiano fino a 18 mesi di carcere e 30mila euro di multa.

     

    "Le esche avvelenate disseminate nei luoghi pubblici – sottolinea – non solo possono causare la morte di numerosi animali selvatici, ma costituiscono una fonte di inquinamento ambientale, avvelenano la catena alimentare, suolo e falde acquifere".

     

    "Per arginare e contrastare il fenomeno – conclude Pastori – intensificheremo i controlli sul territorio, con il supporto della Forestale e degli agenti della polizia locale dell’Unione comunale, nelle aree più sospette e in quelle in cui i casi di esche velenose sono più frequenti”.

     

     

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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