BAGNO A RIPOLI – Ha timore questa famiglia ripolese, che vive nella zona di via di Ritortoli, vicino al “confine” con il comune di Firenze.
Timore perché ieri, domenica 17 marzo, di mattina, tre carcasse di capriolo, molto verosimilmente predate dai lupi (anche gli esperti ai quali abbiamo mostrato le foto concordano), sono state trovate all’interno del suo fondo chiuso. Vicinissime alle abitazioni.
Hanno così scritto all’Urp del Comune di Bagno a Ripoli (che ha inoltrato la mail a sindaco, assessore e polizia comunale), alla polizia provinciale e, su indicazione della stessa, alla task force della Regione Toscana, lupo@regione.toscana.it.
Hanno anche contattato la redazione del Gazzettino del Chianti: perché, senza nessun istinto allarmistico, la situazione va documentata. In un percorso di consapevolezza che farà da guida a quella che dovrà essere la convivenza futura con questi predatori.
“Si tratta – spiegano – di una zona normalmente urbanizzata con diverse abitazioni private sparse, lungo la strada che collega l’abitato di Bagno a Ripoli con quello di Ponte a Ema”.
“L’area verde del ritrovamento è recintata – puntualizzano – non incolta, oggetto di regolare manutenzione e normalmente frequentata dai residenti della nostra famiglia e dagli animali domestici. Le carcasse si trovano a qualche decina di metri dalle abitazioni, ed è stata attivata Alia per la loro rimozione”.
“I caprioli – ci spiegano ancora – riescono a saltare il doppio recinto che circonda i due ettari della nostra proprietà: ma, evidentemente, pur tenendola costantemente sotto controllo e riparandola quando necessita, i lupi sono riusciti a trovare un varco nella recinzione”.
“Anche questa mattina – proseguono ancora – le carcasse, che sono ancora in attesa di rimozione da parte di Alia (che peraltro sarà a nostre spese), mostrano segni di ulteriore aggressione segno inequivocabile di una nuova incursione dei predatori nel corso dell’ultima notte”.
“Appare superflua – concludono, preoccupati – qualsiasi considerazione sulla sicurezza di cittadini e animali domestici che in questo caso viene messa in pericolo all’interno di proprietà privata regolarmente recintata”.
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