BAGNO A RIPOLI – “Abbiamo appreso in data odierna, da una mail aziendale inviata con notevole ritardo alla Rsu, che la direzione generale e il direttore del Dipartimento di Emergenza a partire dall’1 di luglio, per una cronica mancanza di personale medico di medicina d’urgenza, hanno deciso in modo autoritario di sospendere “temporaneamente” nel periodo luglio-settembre, l’attività di automedica in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri”.
Ad annunciarlo sono Lorenzo Sgherri e Domenico Mangiola (delegati Rsu Cobas pubblico impiego USL Toscana Centro). Lo annunciano insieme ad Andrea Calò (Esecutivo Nazionale Federazione Cobas pubblico impiego).
“Un servizio pubblico essenziale – rimarcano – per i cittadini del Chianti Fiorentino e per la zona sud di Firenze che interviene sull’emergenze territoriali, con la presenza contemporanea di un medico e di un infermiere”.
# Soccorsi in emergenza urgenza: “Servizi assicurati nonostante forte carenza di personale”
“I dirigenti aziendali – riprendono – a conoscenza da tempo delle criticità di carenze organiche di medici specialisti nell’intera area dell’emergenza territoriale, non hanno programmato per tempo una riorganizzazione che salvaguardasse la tenuta dei sistema emergenziale, ma hanno per manifesta incapacità gestionale, scelto la soluzione più facile. Ovvero sopprimere l’automedica, inventandosi, per evitare le giuste proteste sociali che ne sarebbero conseguite, di utilizzare nell’operazione di riduzione dell’offerta sanitaria il termine rimodulazione”.
“Una rimodulazione – accusano – che prevede la sostituzione dell’automedica con una ambulanza infermieristica sempre nelle 24H, che non è la stessa cosa della compresenza del medico e infermiere sullo stesso mezzo”.
“Ancora una volta – denunciano – si utilizza la professione infermieristica come figura che copre non solo le incapacità gestionali, ma anche la mancanza cronica della figura medica, in un settore dell’area critica complesso e articolato”.
“La valorizzazione della figura infermieristica – incalzano i Cobas – deve passare da una seria riorganizzazione del sistema 118 e non dal semplice utilizzo di tappabuchi della figura medica. La scelta dell’azienda di sopprimere, con la falsa rimodulazione, un automedica non è da noi assolutamente condivisa, così come non sono condivisi i falsi messaggi rassicuranti che l’azienda rivolge alla popolazione sulla tenuta del servizio pubblico emergenziale, da tempo preso d’assalto da appetiti di natura privata o provenienti dal famoso terzo settore definito dal ministro del mavoro… patrimonio dell’umanità”.
“Assordante – accusano ancora – è il silenzio del sindaco di Bagno a Ripoli su questa operazione di temporaneo smantellamento, poiché anni fa si era reso promotore con tanto orgoglio dell’apertura della sede dell’automedica all’Osma, perché rafforzava le risposte ai bisogni di salute della popolazione”.
“Chiediamo – riprendono – l’immediata revoca della decisione aziendale di chiusura dell’automedica all’Osma in quanto questa interviene su un territorio vasto che va da Bagno a Ripoli/Firenze sud e tutto il Chianti Fiorentino, una diversa politica di gestione sulle assunzioni di personale e l’apertura immediata di un tavolo di confronto sindacale per trovare soluzioni alternative sostenibili che salvaguardino la natura del sistema 118 e la salute e sicurezza dei cittadini”.
“Chiediamo infine – concludono – una presa di posizione delle amministrazioni comunali coinvolte nella soppressione dell’automedica, ricordando ad essi che sono l’autorità sanitaria di riferimento delle popolazioni”.
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