GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – La dottoressa Chiara Rinaldi è la neurologa con la quale è possibile prenotare una visita telefonando al numero 0556463333 e selezionando menù 1, al Poliambulatorio Solidarietà e Salute, nei locali della Fratellanza Popolare e Croce d’Oro di Grassina, in via Spinello Aretino.
Laureata in Medicina e chirurgia presso l’università di Firenze, specializzata in neurologia presso l’AOUC di Careggi, abbiamo fatto con lei un lungo approfondimento, spiegando di che cosa si occupa il medico neurologo e quali sono le patologie diagnosticate frequentemente.
“Il neurologo – inizia a spiegare la dottoressa – è quella figura medica coinvolta in prima battuta nell’iter diagnostico-terapeutico di tutte quelle patologie che interessano il sistema nervoso. Il quale, a sua volta, comprende il sistema nervoso centrale (SNC), ovvero encefalo, tronco encefalo e midollo spinale, e il sistema nervoso periferico (SNP) con i nervi cranici e spinali. Considerate le innumerevoli funzioni che il sistema nervoso svolge, sia centrale che periferico, è intuitiva la vastità del correlato fisio-patologico”.
Pertanto le chiediamo quali possono essere le più frequenti patologie: “Si possono distinguere le patologie secondarie a disturbo circolatorio, che possono avere manifestazioni acute quale l’ictus cerebrale (ischemico o emorragico), ma anche esordire in modo sub-acuto/cronico come la demenza vascolare”.
“Le patologie disimmuni – riprende – quale ad esempio la sclerosi multipla; le patologie di pertinenza del sistema nervoso periferico come ad esempio le lombosciatalgie; le polineuropatie frequenti nel paziente diabetico ma non solo; le patologie neurodegenerative come la demenza di Alzheimer; la malattia di Parkinson e i parkinsonismi; la sclerosi laterale amiotrofica; l’epilessia; la cefalea/emicrania”.
Facciamo attenzione a quali sono i disturbi che devono indurre le persone a rivolgersi al neurologo: “In base al distretto interessato i sintomi che posso condurre a una valutazione neurologica sono i più svariati, e uno stesso sintomo può sottendere a diverse patologie – continua ancora la dottoressa – Elencando i più comuni troviamo: alterazioni della sensibilità spesso con formicolii, disturbi di forza, disturbi della deambulazione con cadute ricorrenti, disturbi della coordinazione dei movimenti, disturbi cognitivi come deficit di memoria o delle capacità attentive o del linguaggio, perdita di coscienza, vertigine, cefalea”.
Si può parlare di prevenzione in questo ambito? “Va distinta in prevenzione primaria, ovvero con lo scopo di ridurre l’incidenza di una patologia, da quella secondaria, ovvero volta a ridurre la ricorrenza della patologia, ed è ovviamente diversificata in base al tipo di malattia”.
“Facciamo alcuni esempi – elenca la dottoressa Rinaldi – Per la prevenzione primaria delle patologie cerebrovascolari è opportuna la valutazione del profilo cardiovascolare, con controllo dei valori pressori, della glicemia, del colesterolo, svolgere attività fisica regolare, astensione dal fumo di sigaretta, eventuali screening con ecocolordoppler dei tronchi sovraoritici o cardiologici. La prevenzione secondaria è invece diversificata in base al processo di insorgenza del disturbo”.
“Per patologie disimmuni – prosegue – come la sclerosi multipla, le strategie di prevenzione primaria sono limitate. Tuttavia la prevenzione secondaria rappresenta un ambito in forte crescita, e ad oggi esistono numerose terapie il cui scopo è quello di ridurre il rischio di recidiva, ovvero il ripresentarsi di un nuovo sintomo secondario a una nuova lesione”.
“Per l’ambito delle cefalee ed emicrania – dice ancora – in base al numero di attacchi mensili, esistono delle terapie il cui scopo è quello di ridurre la frequenza degli attacchi e la tendenza alla cronicizzazione del disturbo. Inoltre, per l’emicrania esistono farmaci specifici che permettono una efficacia gestione anche dell’attacco acuto. Lo stesso dicasi per l’epilessia in cui il vasto numero di strategie terapeutiche, farmacologiche ma non solo, permettono nella maggior parte dei casi un abbattimento del numero di episodi critici”.
E’ noto quanto sia importante in generale il rapporto medico-paziente, in questo ambito lo è ancora di più visto le patologie che cura il medico neurologico.
“Molte delle patologie neurologiche – sottolinea la dottoressa Rinaldi – sono rappresentate da malattie croniche, per cui le strategie terapeutiche disponibili sono volte a ridurre la ricorrenza o la progressione del disturbo”.
“Nel corso degli anni – conclude – sono spesso necessarie diverse valutazioni in modo da poter cogliere prontamente modifiche del decorso di malattia, non sempre percepite dal paziente, che potrebbero meritare specifiche modifiche terapeutiche. Pertanto, si evince l’importanza dell’instaurare un efficace rapporto di fiducia medico paziente”.
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