Perchè si fa un bando per tre chioschi all'aperto e non si prevede di farne uno anche al Giardino I Ponti di Bagno a Ripoli? Se lo chiede Beatrice Bensi, capogruppo in consiglio comunale di Cittadinanza Attiva.
"L’amministrazione comunale – dice Bensi – ha predisposto alcuni avvisi pubblici per poter installare chioschi, per il periodo estivo, di vendita alimenti e bevande, in modo da rivitalizzare alcune zone adibite a verde pubblico. La sottoscritta fece notare che tra le zone oggetto dell’avviso, Grassina, Antella e Ponte a Niccheri, mancava il giardino dei Ponti a Bagno a Ripoli capoluogo".
"Il vicesindaco Calvelli – prosegue – in sede di conferenza dei capigruppo, assicurò la sottoscritta (visto che ero intenzionata a proporre interrogazione in consiglio), che si trattava di un errore e che sarebbe stato fatto un ulteriore avviso per il giardino dei Ponti. Leggo in questi giorni sul sito del Comune che gli avvisi pubblici sono stati rinnovati per la seconda volta ma tra questi manca ancora il giardino dei Ponti".
"A questo punto – rilancia Bensi – non si può che pensare che tale chiosco confligga con altri… interessi. Forse con quelli del piccolo bar all’interno della Polisportiva, o magari con quella grande struttura che da molti anni occupa, nel periodo che va da maggio giugno, oltre la metà del parcheggio pubblico, ed è gestita dall’associazione “Il Palio delle Contrade”".
"Quello che non riusciamo a capire – chiede Bensi – è perché soltanto quest’associazione possa gestire tale spazio, seppur con finalità relative allo svolgimento del Palio, e non sia invece sottoposto a bando di gara. E perché questa attività possa essere danneggiata da un chiosco che assume la veste di un bar piuttosto che di un ristorante".
"Quindi questo è il bel risultato dell’amministrazione comunale – conclude – Per difendere gli interessi di una parte, danneggia gli interessi più generali di coloro che frequentando il parco non potranno mettersi a sedere ad un tavolino a prendere qualcosa. E non parlo solo dei nonni con nipotini ma anche dei giovani sempre più costretti ad emigrare a Firenze perché nel nostro comune non ci sono luoghi di ritrovo. Che invece potrebbero diventare questi chioschi. Inoltre il danno sul versante lavoro, perché un chiosco significa creare un’attività economica che di questi tempi è oro".
di Redazione
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