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venerdì 29 Marzo 2024
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    A scuola con nonna Renata. Una maestra di quasi cento anni entra in classe e dà lezione di storia

    E' stata invitata ad incontrare gli allievi dalla sua ex allieva Lucia Del Lungo che oggi insegna alla scuola primaria di San Donato in Poggio

    SAN DONATO IN POGGIO (BARBERINO TAVARNELLE) – La storia entra in classe: in punta di piedi e si racconta con lo sguardo e il cuore di una donna che a 97 anni sente ancora di essere per tutti, grandi e piccini, la maestra Renata.

    Dalla ragazza con la valigia piena di libri e speranze che iniziò nell’immediato dopoguerra a trasmettere nozioni di italiano, scienze e matematica per istruire i bambini di Bruscoli, sul Passo della Futa.

    Fino alla donna che per sei cicli scolastici, radicò responsabilità e coltivò l’amore per la professione e i propri allievi, nella scuola elementare di Tavarnelle, un tempo situata in via Naldini, nell’edificio adiacente all’attuale asilo “Vincenzo Corti”.

    Il lungo percorso umano e professionale di Renata Dei che ha insegnato per 42 anni è una pagina di storia vivente e una testimonianza diretta, fondamentale per la conoscenza della vita scolastica del Paese e dell’attività didattica nella scuola pubblica italiana.

    Per la maestra Lucia Del Lungo della scuola primaria “Giuseppe Mazzini” di San Donato in Poggio, che è stata allieva della maestra Renata fino all’anno della pensione, avvenuta nel 1989, è stata un’emozione averla in classe e presentarla ai suoi allievi come una figura centrale, un punto di riferimento che ha guidato e ispirato la sua infanzia e il suo percorso di studi.

    I bambini, nei panni di aspiranti storici, nell’ambito del programma scolastico che li sta impegnando ad affrontare il significato del passato e delle fonti orali e scritte, hanno accolto l’ultranovantenne con grande affetto e curiosità nella sala del refettorio scolastico.

    Tante le domande e le riflessioni che hanno aperto un confronto e un dialogo vivace con gli studenti della terza G dell’istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” diretto da Anna Maria Pia Misiti.

    Quali erano le materie di insegnamento, come trascorrevano la ricreazione, quali erano i giochi preferiti e di cosa si servivano gli allievi di allora per scrivere e studiare. Renata non ha mancato una risposta.

    “Le materie? Tutte quelle che potete immaginare – ha esordito – allora c’era un’unica maestra per i diversi campi del sapere”.

    Parlando della ricreazione “la pausa era un momento di socialità negli ampi spazi aperti che circondavano la scuola, facevamo tanti giochi, nascondino, bandierina, la parola del silenzio”.

    E a proposito dei materiali scolastici “avevamo pochi strumenti ma essenziali, blocchi e matite, mentre i libri erano quelli messi a disposizione dal Comune e se eravamo fortunati potevamo commentare insieme i volumi portati da casa dagli stessi studenti per le letture collettive e in libertà”.

    Renata ha parlato con entusiasmo e gioia alla classe, ha ricordato i momenti difficili, la povertà e la paura degli scolari che, appena terminata la guerra, percorrevano svariati chilometri a piedi, indossando calzature di fortuna, per arrivare in classe con il rischio di perdere la vita lungo il cammino minato dai tedeschi.

    E quelli pieni di umanità impressi nella sua memoria, come il fiore raccolto ogni mattina e offerto alla maestra per ringraziarla prima ancora di iniziare la giornata, la lettura del libro che più appassionava gli studenti, “Il diario di Anna Frank”, e le lezioni svolte all’aperto per esercitarsi nel disegno dal vero.

    “L’insegnamento è stato come una luce che ha illuminato la mia vita – ha dichiarato – se potessi rifarei la maestra nella stessa identica maniera e sono felice che adesso sia Lucia, la mia ex allieva, a portare avanti questa missione con la professionalità e la dolcezza che la caratterizzano. Un’insegnante deve sapere costruire relazioni e modelli educativi, deve saper amare, non può far mancare in classe la vitalità, la fiducia e l’ottimismo di cui i bambini hanno bisogno mentre forgiano il loro spirito, accanto al tuo, e si preparano a diventare grandi”.

    Il pomeriggio si è concluso con i canti degli allievi che hanno omaggiato la maestra commossa.

    Un libro speciale, la fiaba di “Pinocchio” di Carlo Collodi, regalato a Lucia dalla maestra Renata, è stato il simbolo dell’incontro che ha permesso di tracciare una strada tra due mondi lontani.

    La testimonianza reale di un documento, in questo caso scritto, che ha mostrato ai bambini lo scorrere del tempo e il passaggio della storia che viaggia, sempre in avanti, lanciando ponti di valori e diritti a tutti coloro che ne sanno cogliere e tramandare il senso.

    Anche il sindaco David Baroncelli ha voluto salutare la maestra centenaria, e ricordare con lei alcuni dei momenti della storia della scuola di Tavarnelle.

    Che ha fatto crescere un’intera comunità nel segno della cultura e dell’educazione solidale di cui Renata è stata una straordinaria ambasciatrice.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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