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giovedì 28 Marzo 2024
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    Badia a Passignano: gli affreschi recuperati nella Sala del Cenacolo grazie ad Elisabetta Bertol

    "La mia missione è salvare l'arte dai segni del tempo". La ex docente universitaria ha finanziato il restauro degli affreschi delle pareti laterali: inaugurazione domenica 19 marzo

    BADIA A PASSIGNANO (BARBERINO TAVARNELLE) – Nel Chianti fiorentino il mecenatismo culturale ha il volto di donna.

    Una cittadina, amante dell’arte e dell’attività creativa, si è adoperata concretamente per la valorizzazione e la tutela di un tesoro storico-artistico conservato in una delle abbazie più antiche d’Italia, simbolo monumentale delle radici millenarie della Toscana.

    Si tratta di Elisabetta Bertol, già docente universitaria, che ha deciso di finanziare integralmente l’intervento di restauro degli affreschi laterali della sala mdel Cenacolo all’interno del complesso monastico di Badia a Passignano.

    La professoressa, già docente di tossicologia forense presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze, ha legato il proprio nome ad un’importante operazione culturale che ha dato nuova vita e luce agli affreschi del 1598, che adornano le pareti laterali del refettorio monastico al centro del quale campeggia il celebre dipinto “L’ultima cena” di Domenico Ghirlandaio (1476).

    Gli affreschi, eseguiti dai fratelli Cesare e Benedetto Veli, successivi di circa un secolo al capolavoro del Ghirlandaio, rappresentano le figure religiose, tra santi e beati, appartenenti all’ordine benedettino vallombrosano che per secoli ha abitato nell’abbazia fondata intorno all’anno Mille da San Giovanni Gualberto.

    “Mi sono interessata sempre di arte, pur essendo la mia estrazione universitaria in campo scientifico e non propriamente umanistico – commenta Elisabetta Bertol – devo alla mia professoressa di storia dell’arte al liceo l’inclinazione a coltivare questa passione, soprattutto per l’arte rinascimentale”.

    “Ora – dice contenta – sono orgogliosa, emozionata ed entusiasta di avere provveduto al finanziamento del restauro delle pareti del Salone del Cenacolo che accolgono l’opera del Ghirlandaio, altrettanto importanti e che necessitavano di un urgente restauro”.

    L’inaugurazione del completamento dei lavori di restauro, di cui una parte era stata realizzata lo scorso ottobre, è prevista domenica 19 marzo alle ore 16 nel Salone del Cenacolo dell’Abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano.

    Ad illustrare il restauro saranno Anna Floridia della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Firenze, Prato e Pistoia, la restauratrice Manola Bernini ed Elisabetta Bertol.

    Gli interventi saranno preceduti dai saluti del sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli, del superiore dell’Abbazia Jinsho Kuriakose, dell’abate generale della Congregazione benedettina dei monaci vallombrosani Giuseppe Casetta e del comandante della Stazione dei Carabinieri di Barberino Tavarnelle Giuseppe Cantarero.

    L’iniziativa sarà arricchita dalla proiezione del documentario sul patrimonio artistico di Badia a Passignano e da un intervento musicale eseguito da un quintetto di archi.

    Il restauro è stato effettuato dalla restauratrice Manola Bernini. Alla realizzazione del progetto hanno contribuito la Pro Loco di Badia a Passignano.

    La restauratrice Manola Bernini

    Il ciclo decorativo si compone di sedici figure, appartenenti all’ordine vallombrosano, descritte e identificate con i relativi nomi riportati nel cartiglio sottostante.

    Tra i sedici personaggi spicca San Giovanni Gualberto, fondatore dell’ordine vallombrosano. Gli affreschi, disposti in modo speculare, sono caratterizzati da colori vivaci e ricche decorazioni costituite da festoni di frutta, fiori, ortaggi.

    “L’intervento di restauro ha permesso di riportare in vita la bellezza cromatica e ricostruire l’armonia e l’equilibrio della composizione originaria – spiega la restauratrice Manola Bernini –   la ricchezza decorativa del ciclo, lungo 17 metri, è uno degli elementi che contraddistingue gli affreschi realizzati dai fratelli Veli, che lavoravano abitualmente nei conventi vallombrosani per raffigurare santi e beati”.

    “Le storie dei personaggi religiosi raffigurati – continua la restauratrice – ispiravano le letture effettuate dal pulpito, esattamente come quello in pietra che si trova all’interno della sala del Cenacolo di Badia a Passignano, mentre i monaci mangiavano in silenzio”. 

    “Quello di Elisabetta Bertol, innamorata del complesso monastico e del borgo, dove risiede in alcuni periodi dell’anno, è un gesto esemplare che riempie di orgoglio tutta la nostra comunità” sottolinea il sindaco David Baroncelli.

    “Una donna unica – tiene a dire – dal gusto estetico raffinato, che con il suo amore per l’arte e la volontà ferma di salvare la cultura dai segni del tempo, contribuisce in modo determinante alla conservazione e alla promozione delle prestigiose testimonianze che qualificano il nostro territorio”.

    “Un ringraziamento e un plauso – conclude Baroncelli – alla generosa sensibilità di Elisabetta Bertol; che investe nel patrimonio artistico del Chianti per creare nuove opportunità di fruizione, diffondere strumenti di educazione alla bellezza che veicolano il nome di Barberino Tavarnelle nel mondo”.

    L’instancabile mecenate pensa già ai prossimi progetti da promuovere e realizzare per mettere al sicuro il patrimonio culturale a rischio, minacciato dalle condizioni precarie e dall’inevitabile fluire del tempo.

    “Ritengo che tutto il loggiato superiore – fa sapere Elisabetta Bertol – che contiene il ciclo più completo al mondo di affreschi sulla vita di San Benedetto, richieda un intervento urgente per evitare di perdere un gioiello così prezioso della ricchezza storico-artistica di questa abbazia. È a tale scopo che lanceremo anche una campagna di raccolta fondi, avendo fondato il Comitato United by Art”.

    Da sinistra, la restauratrice Manola Bernini, l’assessore Roberto Fontani, il sindaco David Baroncelli, Elisabetta Bertol

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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