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venerdì 29 Marzo 2024
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    “Come il volto di una madre”: la Messa di don Cuba sulla vetta del Kilimangiaro

    Era l'11 settembre di 65 anni fa. Domani questa storia eccezionale sarà ricordata così...

    BARBERINO TAVARNELLE – L’11 settembre non è solo la data simbolo della follia omicida che può animare l’uomo.

     

    Quel giorno, 65 anni fa, don Danilo Cubattoli conosciuto come don Cuba, celebrò la santa messa sul Kilimangiaro dopo un viaggio avventuroso che da Firenze lo portò in Tanzania toccando, tra l’altro la Terra Santa e il sacrario di El Alamein.

     

    Un viaggio durante il quale incontrò reggenti e governanti di molti stati consegnando loro messaggi del sindaco Giorgio La Pira.

     

    Ma anche una grande avventura, visto che don Cuba partì a bordo di un motociclo percorrendo oltre 19mila chilometri e arrivò a piedi sulla vetta del Kilimangiaro.

     

    Per ricordare questa impresa dal forte valore simbolico l’amministrazione comunale fiorentina insieme al comitato promotore don Cuba (fortissimi i suoi legami con San Donato in Poggio e il Chianti in generale) e con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Firenze ha promosso l’evento, proprio nella giornata del 65esimo anniversario della santa Messa, “Come il volto di una madre. In viaggio con Don Cuba per un dialogo di pace”.

     

    L’iniziativa è stata presentata in Palazzo Vecchio dall’assessore alla cultura della memoria Alessandro Martini e dai rappresentanti del comitato promotore Lorenzo Bojola, Antonio Fusi e Caterina Pani.

     

     

    “Abbiamo voluto organizzare questo evento per ricordare un fiorentino speciale, una persona molto amata a Firenze e che ha dato tanto alla città e ai suoi cittadini – ha commentato l’assessore Martini – concentrando l’attenzione sulla sua avventura di 65 anni fa. Don Cuba da Firenze partì il 25 aprile 1954, data della Liberazione, e dopo sei mesi di viaggio, l’11 settembre, celebrò la messa nel cuore dell’Africa, sulla vetta del monte Kilimangiaro. Un viaggio che ebbe come testimonial d’eccezione il sindaco santo, Giorgio La Pira, promotore del dialogo tra i popoli, che gli consegnò lettere da recapitare ai governanti e ai reggenti dei dieci stati che attraversò".

     

    "Si tratta di una esperienza di grande attualità e di forte valore simbolico – ha rimarcato Martini – soprattutto in un periodo come quello attuale dove il dialogo e il confronto tra i popoli, la solidarietà e la pace vengono messi a dura prova. E ricordarla è anche un modo per celebrare in modo diverso l’11 settembre: un giorno in cui, almeno a Firenze, alla memoria doverosa e dolorosa delle vittime degli attacchi terroristici del 2001 si può affiancare la testimonianza di pace e di dialogo, di solidarietà e di grande umanità di questo straordinario prete fiorentino”.

     

    “Non ho conosciuto direttamente don Cuba ma l’ho scoperto attraverso le parole e i racconti di altre persone – ha aggiunto Lorenzo Bojola – La sua personalità e la sua vita mi hanno colpito immediatamente e in particolare il suo viaggio in Africa. Per questo ho incontrato il suo compagno di avventura, Stefano Ugolini, che mi ha aiutato a ricostruire l’itinerario e i tanti episodi avvenuti. L’evento di mercoledì sarà il racconto di questo incontro attraverso una lettura teatrale con la partecipazione di Sergio Forconi e Candida Vettori, arricchita da video e foto delle varie tappe e accompagnata dalla musica di un pianoforte. Sarà l’occasione non solo per scoprire cosa accadde ma anche per ricordare la straordinaria personalità di Don Cuba”.

     

    L’appuntamento è mercoledì 11 settembre dalle 17.30 nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. 

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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