BARBERINO VAL D'ELSA – Dai Tafani ai Barberini, una storia solo apparentemente estinta, che sin dal tredicesimo secolo racconta la graduale ascesa politica, culturale e letteraria di Barberino Val d’Elsa, centro di diffusione locale e nazionale della produzione poetica ed epica e di affermazione del potere di principi e pontefici.
Manuela Celesia da Barberino è l’ultima discendente della celebre famiglia Da Barberino. La scoperta è del Comune di Barberino Val d’Elsa che, nell’ambito del progetto di ricerca e valorizzazione delle origini storiche del castello barberinese e della famiglia che lo ha fondato, ha cercato, trovato e incontrato la nobile fiorentina di 89 anni.
Con lei l’assessore alla Cultura dell’Unione comunale del Chianti Fiorentino Elena Borri ha avuto l’onore non solo di inaugurare una nuova sezione letteraria della biblioteca di Barberino, dedicata alla famiglia ed in particolare al Andrea da Barberino, ma di sancire un gemellaggio letterario tra Barberino e Montemonaco, territorio dove il famoso scrittore ambientò il poema cavalleresco.
Storie e dinastie che nascono e si evolvono in parallelo insieme ai simboli che le rappresentano.
Sono tre ma bastano ad evocare ideologie, programmi, mecenatismo, rango nobiliare della celebre famiglia Da Barberino. Le api, che iconograficamente presero il posto dei tafani, "nobilitati" perché ritenuti poco eleganti e signorili, sono il simbolo di operosità, eloquenza, dedizione dei tanti talenti, tra letterati, scrittori, notai, principi, uomini di chiesa come il noto Papa Urbano VIII, che appartennero alla famiglia Da Barberino.
Fu proprio il luogo di origine, Barberino Val d’Elsa, a permettere di elevare il rango della casata che in origine legava il suo nome a “Tafani” trasformato poi in Barberini.
Probabilmente alla tenacia dei primi, insetti più ruspanti e adatti ai climi più diversi, si deve la continuità di un ramo che non si è ancora spezzato, di una famiglia che resiste all’addizione dei secoli.
La storia, quella ricercata, studiata e approfondita, come nel percorso avviato ormai da anni dal Comune di Barberino Val d’Elsa con convegni, mostre, pubblicazioni, può riservare grandi sorprese.
E permettere di scoprire che dopo Francesco da Barberino, poeta medievale e autore della prima testimonianza della “Divina Comedia”, Andrea da Barberino, fondatore nel 1400 del genere del poema cavalleresco con il suo “Guerrin Meschino” e poi scorrendo lungo binari del tempo Maffeo da Barberino, divenuto nel sedicesimo secolo Papa Urbano VIII e tanti altri come il Principe di Palestrina, c’è ancora chi può testimoniare in maniera diretta le origini, rivelare pagine inedite della famiglia, far luce sugli aspetti ancora più oscuri e remoti.
“L’obiettivo di valorizzare e riscoprire le origini di Barberino attraverso la vita dei Da Barberino, famiglia tra le più celebri nel corso della storia – commenta l’assessore Borri – oltre ad offrire uno strumento di conoscenza e di promozione della cultura delle nostre radici mira ad indagare su un capitolo della storia del territorio che poi ebbe modo di riflettersi e influenzare la grande storia, come testimoniano la vita e le opere di Papa Urbano e due secoli prima il cantastorie Andrea di Iacopo Mengabotti da Barberino e il suo romanzo in prosa volgare che fu fonte di ispirazione per Boiardo, Ariosto e Pulci e persino per la Walt Disney che produsse l’uscita di un numero del fumetto Paperin Meschino; con il supporto e la preziosa collaborazione della signora Celesia da Barberino continuerà il nostro percorso di ricerca, grazie a lei potremmo avvalerci di ulteriori e inedite documentazioni attinte anche dagli archivi di famiglia”.
Entusiasta della reunion la discendente Barberini che ha dato ampia disponibilità alla realizzazione del progetto di ricerca e studi promosso dal Comune.
“Metterò a disposizione – commenta – ogni conoscenza che ho della mia famiglia, il ramo materno è quello da cui provengo, documenti e altri oggetti potranno essere utili ai fini della ricerca”.
Compresa la memoria ferrea della discendente che all’assessore ha ricordato date e luoghi di ogni collocazione a Barberino, Firenze e Roma dello stemma della metamorfosi ‘politicamente corretta’ dei tafani in api e della tomba di Francesco da Barberino (1264-1348) che giace in Santa Croce, con un’epigrafe d’autore composta per lui da Giovanni Boccaccio.
di Redazione
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