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venerdì 19 Aprile 2024
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    La conferma: quella luce verde nel cielo (anche) del Chianti era un bolide arrivato dallo spazio

    Lorenzo Betti (OPC): "Ha tracciato un rotta che passava dal centro Italia, fra Umbria, provincia di Arezzo, Appennino Tosco Emiliano, Adriatico. Visto anche in Croazia"

    MONTECORBOLI (BARBERINO TAVARNELLE) – Era il pomeriggio di venerdì 6 novembre quando in redazione iniziarono ad arrivare le segnalazioni di una strana luce verde, molto vivida, vista attorno alle 17.40 nel cielo del Chianti fiorentino.

    Segnalazione che girammo subito all’Osservatorio Polifunzionale del Chianti, ovvero a coloro che potevano darci delle risposte.

    E le risposte sono arrivate. Sono quelle di Lorenzo Betti, che si occupa in particolare del progetto PRISMA per il monitoraggio dei bolidi, di cui fa parte l’Osservatorio Polifunzionale del Chianti da qualche mese.

    Innanzi tutto chiariamo di cosa si parla: “Il bolide èun oggetto che arriva dallo spazio, che ha attraversato diversi stati di atmosfera e che rischia di impattare a terra. A volte fino a trovare il reperto, oppure con effetti-scia luminosi molto piĂą evidenti, ad esempio, delle stelle cadenti”.

    “E vengono monitorati – riprende Lorenzo – da una rete chiamata PRISMA (Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera). E’ una rete italo-francese gestita dall’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) di Torino per il monitoraggio di bolidi e meteoriti”.

    Uno dei bolidi fotografati dalla stazione che fa parte della rete PRISMA installata all’OPC

    “Parliamo – ribadisce Lorenzo – di oggetti che ci arrivano dallo spazio e che rilasciano in atmosfera scie luminose molto intense (ben piĂą di quella delle classiche “stelle cadenti”). Occorre monitorare attentamente il passaggio sopra i nostri cieli, per studiare le loro traiettorie, capire dove cadono i meteoriti e quindi studiarne le caratteristiche con lo scopo di comprendere meglio la natura del nostro Sistema Solare.”

    “Motivo per cui – rimarca – occorre monitorarne attentamente il passaggio sopra i nostri cieli. Nascono così le camere PRISMA che inquadrano a 360° il cielo. Camere che sono inserite in una rete di monitoraggio che copre gran parte dell’Italia”.

    All’Osservatorio Polifunzionale del Chianti (OPC), sulla collina di Montecorboli, fra San Donato in Poggio e Castellina in Chianti, “dall’inizio del 2020 – spiega Lorenzo – abbiamo installato una stazione che fa parte della rete PRISMA”.

    Un altro dei bolidi immortalati da agosto a oggi dall’OPC. Che non ha fotografato quello del 6 novembre

    Ma come funziona? “Si tratta di telecamere che hanno sensibilitĂ  maggiori di notte. Fanno foto in sequenza molto rapida (30 al secondo) e tracciano il segnale di queste scie luminose. Se piĂą di una di queste stazioni si attiva riusciamo a capire anche in quale direzione è andato l’oggetto. E questo permette di tracciare il percorso di un bolide”.

    “A gennaio – ricorda Lorenzo – cadde nell’Appennino Tosco Emiliano ad esempio, nella zona di Parma. Era un oggetto molto grosso. Pure i cittadini comuni possono fare segnalazioni di avvistamenti in cielo (a questo link), anche se le camere sono sempre attive. Lì è accaduto che l’oggetto è stato avvistato dalle telecamere e da persone comuni; con il metodo di triangolazione e le segnalazioni è stato recuperato il reperto, che tuttora è in analisi”. 

    “La rete PRISMA in Toscana vanta ben 6 stazioni attive fra le quali le camere installate di recente all’Osservatorio Polifunzionale del Chianti e presso l’Osservatorio di Piombino. Nei prossimi mesi si doterĂ  di un’ulteriore stazione presso l’Osservatorio di Radicofani.”


    La rete PRISMA in Toscana vanta ben 6 stazioni attive: San Marcello Pistoiese (PT), Navacchio (PI), Montelupo Fiorentino (FI), Osservatorio Astrofisico di Arcetri INAF (Firenze), Osservatorio Polifunzionale del Chianti, Barberino-Tavarnelle (FI), Osservatorio Astronomico Punta Falcone – Piombino (LI). Nei prossimi mesi si doterĂ  di un’ulteriore stazione presso l’Osservatorio di Radicofani (SI).

    Le stazioni dell’Osservatorio Polifunzionale del Chianti, dell’Osservatorio di Piombino e la prossima dell’Osservatorio di Radicofani sono coordinate dall’Osservatorio Polifunzionale del Chianti, UniversitĂ  di Firenze grazie ad un progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

    Ma cosa è successo nel pomeriggio di venerdì 6 novembre? “Si sono attivate le camere – risponde Lorenzo – Purtroppo non quella del Chianti, nĂ© l’altra a Piombino. Questo oggetto ha tracciato un rotta che passava dal centro Italia, ma fra Umrbia, provincia di Arezzo, Appennino Tosco Emiliano, Adriatico. L’ultimo avvistamento è avvenuto nel nord della Croazia”.

    Stavolta però, dice Lorenzo, “nĂ© noi nĂ© a Piombino lo abbiamo nelle foto”. Ma chi ha visto quella luce, che molti hanno definito sui toni del verde, nel cielo, ha visto questo. Un bolide.

    “La stazione PRISMA dell’Osservatorio Polifunzionale del Chianti – tiene a dire Lorenzo – è attiva ed in rete assieme alle altre ed ha giĂ  portato diversi risultati utili. Da agosto a oggi ha registrato 29 bolidi”. 

    “Fra i risultati da evidenziare – conclude – sicuramente la collaborazione con l’Osservatorio di Piombino in cui il personale dell’Osservatorio del Chianti assieme all’UniversitĂ  di Firenze è parte attiva nell’installazione e nella gestione della PRISMA di Piombino”.

    Insomma, nessuna “allucinazione”: venerdì 6 novembre anche nei cieli del Chianti fiorentino si è vista la scia di un bolide. Che, come tutto ciò che riguarda lo spazio e l’universo, ha un fascino unico e ancestrale.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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