BARBERINO TAVARNELLE – Parlando di scrittura al fresco della fraschetta, un tempo chiamato anche “uccellare”, ovvero una radura di querce dove si esercitava la caccia ai volatili.
Poco distante dalla dimora storica di Villa Castellare dè Sernigi, sulla Strada Palazzuolo nel comune di Barberino Tavarnelle, dove la giornalista Candida Livatino è stata ospite di Enzo e Annagloria Corti.
Perito grafologo, specializzata in diversi settori della grafologia, fra i quali l’analisi della scrittura e dei disegni dell’età evolutiva e la valutazione grafologica finalizzata alla selezione del personale.
Iscritta all’A.I.G., Associazione Grafologica Italiana, collabora con Mattino Cinque, Quarto Grado, Forum, Le Iene e con testate giornalistiche del gruppo Mediaset; tiene sul settimanale Giallo una sua rubrica, dove analizza la scrittura di personaggi famosi e rivela i tratti della personalità dei lettori.
Originaria della Sicilia, elegante e cordiale, è arrivata a Barberino Tavarnelle dal Festival della Cultura di Imperia per presentare il suo quarto libro, “Dagli scarabocchi alla firma. La grafologa rivela chi sei” (Mursia).
A presentare Candida Livatino è stato Rodrigo Cipriani Foresio, General Manager Alibaba Group and Country Manager Alipay South Europe. Che è stato, inoltre, presidente dell’Istituto Luce Cinecittà.
Il suo sogno era di diventare psicologa, ma quando ha portato suo figlio Matteo da una grafologa per capire meglio la sua scrittura, le si è aperto un mondo. Ed è stato il suo futuro.
Adesso Matteo Colombo, il figlio, scrive in arabo… meglio che in italiano ed è stato corrispondente dal Cairo per TGCOM24.
Una una serata molto interessante quella del 5 luglio scorso, nella quale Candida Livatino è riuscita a “catturare” l’attenzione dei presenti, che le hanno posto varie domande.
Chiedendo anche se fosse possibile scoprire, tramite la scrittura, una potenziale infedeltà; oppure cosa rivelano gli scarabocchi; cosa rivelano le firme dei politici, oppure i profili di protagonisti di cronaca nera.
E non potevamo non chiederle, a fine serata, una valutazione sul carattere, dedotto dallo scritto, di Pietro Pacciani; personaggio che essa stessa ha inserito in un capitolo del suo libro.
“L’effetto è quello di grande confusione – ci ha spiegato – rispecchia il suo stato mentale. In lui c’è anche una componente sadica. In molti suoi scritti aggiunge al testo immagini sacre e rappresentazioni a sfondo sessuale, a evidenziare che nella sua mente malata c’è un connubio tra eros e morte”.
Ha riscontrato analogie tra Pacciani e altri scritti di persone accusate di omicidi?
“Sì, è impressionante come somigli allo scritto di Antonio De Marco, condannato all’ergastolo come autore dell’omicidio di una coppia di fidanzati”.
Può anche valutare dallo scritto se una persona possa aver veramente commesso un omicidio?
“No, questo no. Posso solo vedere se si tratta di persone disturbate”.
Abbiamo perso l’abitudine di scrivere con carta e penna, i più giovani comunicano con messaggini dal cellulare…
“E’ un problema molto grosso, bisogna stimolare i ragazzi. Se gli metti in mano un telefonino, un computer, questi “smanettano” tutto il giorno. Non dico di non scrivere più a computer ma trovare una via di mezzo. Quel “Ti amo” scritto a mano su carta dà un’emozione diversa rispetto a ricevere lo stesso messaggio su WhatsApp”.
Che impressione ha avuto nel venire a presentare il suo libro qua nel Chianti?
“E’ bellissimo! Qui c’è la cultura e la cultura è nell’anima. Questi posti sono incantevoli”.
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