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giovedì 10 Ottobre 2024
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    Lo studio: nelle aree industriali di Barberino Tavarnelle manifatturiero al 42%, con oltre 3mila addetti

    Il sindaco Baroncelli: "Ci impegniamo da anni per valorizzazione, crescita e la difesa di questo cuore produttivo, insieme alla nostra più grande risorsa. I lavoratori e le lavoratrici"

    BARBERINO TAVARNELLE – Quante volte in territorio chiantigiano si è sottolineato che senza il settore manifatturiero, a dir poco trainante, si andrebbe da poche parti?

    A confermarlo ulteriormente arriva lo studio condotto recentemente dal Comune di Barberino Tavarnelle, a cura dell’economista Stefano Casini Benvenuti, che fa registrare un deciso aumento nel numero degli addetti che operano nei settori manifattura, agricoltura e alloggio/ristorazione

    I settori in cui si attesta un consistente numero di addetti sono quelli che ricadono in maniera significativa sul tessuto produttivo delle aree industriali di Barberino Val d’Elsa e Sambuca, nel comune di Barberino Tavarnelle.

    La somma degli addetti operativi negli ambiti manifattura, agricoltura e ristorazione/alloggio rappresenta un’ampia fetta del quadro complessivo degli addetti presenti nei diversi settori del Chianti fiorentino.

    A Barberino Tavarnelle i comparti alloggio/ristorazione, agricoltura e manifattura coprono il 67% di tutte le attività presenti nel territorio.

    L’elemento che spicca a Barberino Tavarnelle è la percentuale dell’area manifatturiera presente nel comune che corrisponde al 42,5%, dato che si rivela essere più del doppio di quello registrato in Toscana la cui percentuale arriva al 18,3% e superiore all’area Chianti dove la percentuale si attesta al 26,9%.

    La molteplicità della tipologia di aziende fa realmente ‘massa critica’ e costituisce un elemento di forza. Sono 3.460 gli addetti totali che confermano il rilievo dell’area come il polo industriale più importante della zona del Chianti fiorentino.

    I settori lavorativi più incisivi sono quelli della ristorazione, dell’agroalimentare, legati al confezionamento e alla distribuzione dei prodotti.

    Consistenti anche il comparto della lavorazione del legno e della produzione di cucine e componenti, delle attività di imbottigliamento e commercializzazione di prodotti agricoli tra cui olio e vino.

    Sono presenti inoltre diverse branche della meccanica, della carpenteria metallica, della fabbricazione di mezzi di trasporto, della costruzione di impianti e macchinari industriali.

    La lavorazione della pelle, dell’argento, della produzione di articoli da regalo e la produzione di manufatti per l’edilizia sono altri settori qualificanti dell’area. Altri dati che superano il quadro toscano sono quelli relativi all’agricoltura (4%), al commercio (16%), all’alloggio e alla ristorazione (7,4%).

    “E’ fondamentale scattare una fotografia del territorio per la conoscenza dello stato di salute del contesto occupazionale – dichiara il sindaco David Baroncelli – questo ci permette di pianificare e attuare interventi aderenti alle reali esigenze che esprimono le molteplici espressioni del mondo del lavoro nel Chianti, la nostra risposta è un’offerta formativa sempre più diversificata e qualificata”.

    Due le aree industriali di rilievo: quella di Barberino Val d’Elsa che si sviluppa tra la via Pisana e Cipressino e che lambisce i confini di Poggibonsi e quella della Sambuca, lungo al Fi-Si.

    In tali contesti risiedono imprese di rilievo nazionale e internazionale, con eccellenze nel settore alimentare, della fabbricazione di prodotti in metallo, di macchinari, di veicoli caravan e del mobilio. Proprio in questi settori si rileva la maggiore presenza di addetti e, al contempo, una simile incidenza tra i due comuni che esprime un’omogeneità produttiva.

    “Abbiamo il privilegio di vivere e amministrare in una delle zone produttive più rilevanti della Toscana – dichiara ancora il sindaco Baroncelli – abbiamo lavorato per costruire un progetto di sviluppo che coniugasse potenzialità economiche, identità comunitaria, sostenibilità ambientale. L’obiettivo di creare il sistema Chianti si lega alla crescita del tessuto locale e a quel modello di campagna urbanizzata in cui le imprese artigiane negli anni hanno trovato terreno fertile”.

    “Naturalmente far parte del Chianti – commenta il primo cittadino – e quindi potersi avvalere di un “brand” ormai conosciuto in tutto il mondo, costituisce un valore aggiunto per le imprese che producono in questi luoghi, risiede in questo territorio, quindi, un’attrattività insediativa particolare che pochi possono vantare in Toscana”.

    “Abbiamo lavorato per riqualificare – continua – attrezzare l’area e farne un modello ecosostenibile, rispettoso dell’ambiente, attento al risparmio dei consumi e all’efficienza energetica, dotato di nuove funzionalità e servizi nel settore ambientale. Sono stati realizzati parcheggi, sistemi sofisticati di videosorveglianza, abbiamo messo mano alla viabilità, con l’esecuzione di complesse opere di rifacimento e risistemazione in favore di strade e marciapiedi, abbiamo portato a termine interventi di innovazione tecnologica in modo da consentire maggiori opportunità nel settore dell’economia digitale”.

    “Le tradizioni, la storia, l’arte, la cultura, l’artigianato, l’enogastronomia – conclude il sindaco – sono i tasselli insostituibili di un patrimonio unico che si riflette anche nelle nostre zone industriali. Ci impegniamo da anni per la valorizzazione, la crescita e la difesa di questo importantissimo cuore produttivo insieme alla nostra più grande risorsa: i lavoratori e le lavoratrici. Senza di loro non esiste futuro”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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