SAN DONATO IN POGGIO (BARBERINO TAVARNELLE) – Marco Ferrati, 25enne originario di San Donato in Poggio, è stato l’unico uomo ed anche l’unico truccatore toscano a partecipare al concorso “Miss Europe Continental”.
Ha da sempre la passione per il trucco: “Già da piccolo – ricorda – rimanevo affascinato dal fatto che una persona potesse sentirsi più bella e sicura di sé solo applicando dei prodotti sul viso”.
Gli chiediamo se abbia frequentato una scuola: “Tutto ciò che so – risponde – l’ho imparato da solo, aggiornandomi continuamente sui vari trend e sulle tecniche di applicazione make-up, ma anche rubando con gli occhi dagli artisti famosi”.
La sua passione poi è diventata la sua professione, il sogno si è trasformato in realtà: oltre ad essere un commesso in un negozio di cosmetici, lavora come truccatore per matrimoni, sfilate, servizi fotografici e altri eventi.
“Per me truccare significa valorizzare la bellezza di una persona – ci trasmette tutto l’amore che ha per questa attività – Non esiste una sensazione migliore di vedere una persona soddisfatta dopo una seduta di make-up. Mi piace anche perché mi permette di esprimere il mio lato artistico”.
Rientrato da poco a casa, ci racconta com’è andata a Napoli, dove si è tenuta l’undicesima edizione di “Miss Europe Continental”: “C’erano modelle da tutto il mondo. Team di stilisti, truccatori e parrucchieri hanno provveduto a prepararle in vista della sfilata”.
“La manifestazione, durata due giorni, è stata intensa – prosegue – piena di duro lavoro e di tante emozioni da tenere sotto controllo”.
Dopo aver truccato le modelle, Marco – così come gli altri partecipanti – ha provato anche l’emozione di percorrere il red carpet: qui ha rilasciato interviste alla stampa e fatto servizi fotografici con le miss.
“Avevo già partecipato ad eventi simili – aggiunge – ma il tornado di sensazioni che si prova è come quello della prima volta”.
“Vorrei ringraziare – conclude Marco – la mia famiglia e i miei amici che mi hanno sempre supportato. Ringrazio anche chi diceva che non ce l’avrei fatta, perché mi ha spronato a dimostrare il contrario”.
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