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venerdì 19 Aprile 2024
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    Fine di un’epoca a Tavarnelle, chiude la gelateria “Bananas”. Il saluto di Riccardo Panconesi

    Dalla bottega in viale Gagny a quella in Sant'Anna, 35 anni di delizie rinfrescanti: adesso andrà a realizzarle per la Pasticceria Pimpina a Cerbaia e Montelupo

    BARBERINO TAVARNELLE – Riccardo Panconesi – per tutti “Bananas” – ha chiuso la sua gelateria.

    E, nonostante da tempo avesse manifestato la volontà di vendere, la notizia ha colpito i tavarnellini come un fulmine a ciel sereno, lasciando un gran dispiacere nei loro cuori.

    Sì, perché per Tavarnelle è un po’ come la fine di un’era, iniziata 35 anni fa, quando si andava a prendere “un cono da mille e cinque” in viale Gagny, e proseguita in via Roma, accanto alla cappellina di Sant’Anna.

    Riccardo e Laura hanno servito il gelato a tre generazioni. Sono stati la destinazione di tante “giratine” serali. Hanno portato un po’ di refrigerio durante la calura estiva. Le loro vaschette hanno rappresentato il dessert ideali di cene in giardino tra amici.

    Riccardo ci ospita nel retrobottega, ormai dismesso, e ci racconta che inizialmente faceva tutt’altro: lavorava in un’industria. Fu sua mamma Manola a dargli l’idea di aprire una gelateria: “Vedeva cose di cui io non mi rendevo neanche lontanamente conto”, ci confida, commuovendosi.

    “Mi piaceva l’idea di aprire a Tavarnelle – prosegue – dove per altro non c’era nessuna gelateria. Ma in quegli anni era difficile trovare un fondo, specialmente in centro: l’unico disponibile era un garage in viale Gagny”.

    Ed è proprio lì che Riccardo, insieme a Laura (allora fidanzata), dette vita a “Bananas”: “Il nome nasce dalla “Bananas rock band” – ci spiega – in cui per vent’anni ho suonato la batteria”.

    Quando Riccardo tirò su la saracinesca per la prima volta, non aveva mai fatto il gelato: “Prima ho copiato il compito e poi ho studiato a fondo la materia”, ci rivela sorridendo.

    Il giorno dell’inaugurazione, quel lontano 15 maggio 1988, il suo maestro, Giovanni Pintus, gli mostrò come realizzare le preparazioni: “Non smetterò mai di ringraziarlo, perché non mi ha insegnato solo a fare il gelato, ma mi ha insegnato il mestiere”.

    Da allora ha sempre seguito le sue indicazioni, rimodulando via via le dosi. Come ci dimostra, prendendo dal cassetto un quadernone con, nelle prime pagine, una ricetta firmata proprio da Pintus il giorno dell’apertura.

    Il che dimostra anche (anzi, conferma, per chi Riccardo lo conosce) la sua estrema meticolosità nel lavoro: tutto “a casa sua” (come dice la moglie Laura) è pulito e in ordine.

    Dallo stesso cassetto tira fuori un album con delle vecchie foto e ricorda quegli anni in viale Gagny: “Era diventato il punto di ritrovo dei ragazzi di quattordici e quindici anni. Parcheggiavano il motorino e trascorrevano insieme il pomeriggio”.

    In viale Gagny

    In un certo senso è come se il centro del paese si fosse allargato. Quella era una zona periferica: davanti al locale c’era la vigna, viale Don Minzoni era sterrato. Ma probabilmente non è mai stata viva come in quei nove anni in cui c’è stato “Bananas”.

    Nel 1996 Riccardo e Laura si spostarono a San Pancrazio (dove hanno sempre vissuto) per occuparsi principalmente della vendita di sorbetti, gelati e monoporzioni a bar, ristoranti e pizzerie.

    Dal 2003, a grande richiesta, inserirono la vendita diretta. Avevano un banchino a nove gusti, che permetteva loro di accontentare i clienti ormai affezionati. Tra questi c’erano alcuni tavarnellini che li pregavano di tornare “alle origini”.

    Cosa che avvenne una decina di anni più tardi: “Il fondo a San Pancrazio era piccolo – riprende Riccardo – ma non ce la siamo sentita di investire nella produzione all’ingrosso”.

    “Passando per caso con un amico da Tavarnelle – ricorda – vidi un locale in affitto in via Roma, l’ex Sartoria Conti. Mi misi in contatto con Benito, l’allora proprietario, che mi capì con un solo sguardo: mi concesse l’affitto e mi seguì nei lavori, dandomi preziosi consigli”.

    Così il 15 maggio del 2014 si aprì un nuovo capitolo per Riccardo (e per Tavarnelle), con un’inaugurazione che “è stata una delle più grandi soddisfazioni della mia vita”: quasi mille persone passarono a gustarsi una coppetta.

    Il negozio in via Roma, in Sant’Anna

    Negli anni le preferenze dei clienti non erano cambiate: “Una volta tornato – ricorda – qualcuno mi richiese dei gusti che facevo in viale Gagny”. Come il famoso “Nocciolone”: uno squisito connubio di nocciola, cioccolato e torrone.

    “Questo è un paese di buongustai – sorride Riccardo – Ai tavarnellini piacciono i sapori pieni e convincenti, come la nocciola, il pistacchio, lo yogurt e il cioccolato”.

    Allo stesso modo non è cambiato il suo modo di lavorare: “Non ho mai proposto una grande varietà di gusti, perché ho sempre voluto che il prodotto fosse fresco”.

    Ma qual è il segreto di un buon gelato? “La base, comune all’85% dei gusti (tutti tranne quelli alla frutta) – ci risponde senza esitazione – come la pasta lo è per la pizza”.

    “Poi occorre un ingrediente fondamentale: la passione – aggiunge, con gli occhi che brillano – Mi ritengo una persona particolarmente fortunata perché ho fatto un lavoro che mi piace”.

    Adesso Riccardo ha preso un’altra scelta importante, ragionata a 360 gradi: “Da quasi tre anni cercavo di vendere l’attività: non andava male, anzi, ma vorrei una vita più tranquilla, specialmente in estate”.

    Ha 58 anni e, da quando ha iniziato questo lavoro, in alta stagione non ha mai conosciuto un sabato, una domenica o una festività di riposo. E’ sempre stato dietro al bancone dalle 14.30 alle 23, per poi essere di nuovo in laboratorio alle 6.30.

    E neppure nei mesi invernali (da novembre a febbraio) si è mai fermato, dedicandosi alla produzione all’ingrosso.

    “Sento di aver vissuto poco mia figlia Gemma – ci confida – che ora ha 22 anni. Quando lei era più libera, io lavoravo continuamente. Quando io avevo più tempo, lei era impegnata con la scuola”.

    “Anche con mia moglie in alcuni periodi ci siamo visti molto poco, perché ci davamo il cambio in gelateria. A tal proposito – tiene a sottolineare – la ringrazio con tutto il cuore per avermi supportato e sopportato in questi anni bellissimi, ma anche stressanti”.

    Poi è arrivata una proposta impossibile da rifiutare: “Con Lorenzo e Michele, i proprietari del bar pasticceria Pimpina a Cerbaia, che l’anno scorso hanno aperto un altro locale a Montelupo Fiorentino, ci conosciamo da sempre”.

    “Cercavano una persona di fiducia come responsabile della gelateria – racconta – Ci ho pensato a lungo e sono convinto del fatto che sia la scelta migliore: rimango nel settore che amo e allo stesso tempo ho più tempo per me e la mia famiglia”.

    “L’unico rammarico è quello di non aver trovato nessuno che portasse avanti un’attività sana, senza debiti – dice, non senza amarezza – Non si è presentata neppure una persona interessata”.

    Oltre a questo, c’è anche dell’inevitabile nostalgia: “Mi mancherà aprire il bandone qui in via Roma – ammette – Devo tanto a Tavarnelle: mi ha sempre risposto con affetto ed entusiasmo e questo mi ha ripagato di ogni sforzo, di ogni sacrificio”.

    “Anche il rapporto con gli altri commercianti è stato straordinario – conclude Riccardo – Sono nate delle amicizie che vanno oltre l’essere colleghi e che sono certo proseguiranno”.

    Dal canto nostro, Riccardo e Laura, non possiamo fare altro che ringraziarvi per averci deliziato con i vostri prodotti, per averci sempre accolto con un sorriso, per essere stati ogni giorno onesti, professionali e pazienti.

    Con la convinzione che questo non è un addio, Riccardo, ma un arrivederci. Ogni volta che avremo voglia del gelato di Bananas, ti verremo a trovare a Cerbaia. 

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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